Se lo chiede il candidato liberale, dopo uno scambio di messaggi con un possibile elettore, che gli chiedeva un posto di lavoro in cambio di un voto ma che poi ha fatto marcia indietro vedendo che la sua azienda è a Breganzona
BELLINZONA - Un voto in cambio di un lavoro? Era la richiesta, tra il serio e il faceto, di un possibile elettore al candidato liberale al Gran Consiglio Andrea Sacha Togni. Ma alla fine si è trasformata in uno scambio di messaggi dove la persona si è defilata perchè il luogo di lavoro sarebbe stato troppo lontano.
Cosa dedurre da ciò? Si deve dar ragione a chi sostiene che non c'è la voglia di lavorare? L'augurio, ovviamente, è di no.
Restando ai fatti: Togni ha inviato, come la maggior parte dei suoi colleghi, un messaggio esortandoli a votarlo.
"Se mi assumi ti voto", è stata la risposta. E qui probabilmente il liberale ha spiazzato il contatto, dicendogli: "Parliamone". Nella vita è infatti un imprenditore.
"Eh ma ho visto ora che sei a Breganzona", così è stato chiuso lo scambio di messaggi.
"Non sarà “politically correct”, ma davvero è normale che il lavoro debba essere “sotto” casa, flessibile, parziale, con tante vacanze, … e naturalmente molto ben retribuito?", scrive Togni sui social.