Gianni Zampino racconta la terribile esperienza con il respiratore ancora attaccato: "Sembra un film horror: il virus ha ucciso mio padre. La notte non riesco a dormire"
TORINO – Il suo nome è Gianni Zampino, ha 40 anni ed abita a Torino. Da una decina di giorni la sua vita è letteralmente cambiata, "stravolta da questo maledetto coronavirus", dice in un video-messaggio, trasmesso dal TG1, con il respiratore ancora attaccato alla bocca (vedi video a corredo).
"Fino a pochi giorni fa – racconta –, la mia vita trascorreva molto tranquillamente: lavoravo, mi prendevo cura di mio papà e cura dei miei hobby. Una vita normale, come quella di tanti voi. Devo dire che, come tanti, ho sottovalutato questo maledetto virus. Ho pensato a un discorso politico, a una bufala, ma sinceramente non ho fatto nulla per evitare di contrarlo e nel frattempo ha ucciso la persona più cara:mio papà".
"Tutti – spiega Gianni – dicono che è normale influenza, ma vi posso dire che non è così. Entra dentro di te, si impossessa di te e ti prende i polmoni e le vie respiratorie. La cosa più brutta è che non è conosciuta e mi chiedo come si fa a sconfiggere un avversario che non conosci. C'è troppa ignoranza, troppe poche sono state le informazioni fornite. Fate attenzione, restate in casa, state con le vostre famiglie, leggete un libro o guardate la televisione...".
Poi, l'appello a tutti: "Dovete capire che non è un gioco. Io passo le notti con il respiratore, non riesco a dormire. La mia vita è stata stravolta e mi auguro che nessuno più possa provare le sofferenze che ho provato io. Sembra un film horror, ma purtroppo non lo è...".