Ispirandosi al Monopoli, l'ex presidente PPD e Ludovica hanno creato, realizzando a mano disegni, pedine, carte e dadi, un gioco che tocca i comportamenti positivi e quelli negativi in questo periodo. Obiettivo? Costruire un ospedale
MENDRISIO – In tempi di quarantena, spesso figli e genitori ne approfittano per passare ore con giochi di società e lavoretti manuali. Qualcuno unisce i due, e così a casa di Giovanni Jelmini, ex presidente del PPD, è nato Coronopoli, un gioco che ha inventato assieme alla figlia Ludovica.
Lo scopo, spiega, è costruire un ospedale per chi è malato. Ci sono pedine, dadi e carte bonus e malus, tutto costruito artigianalmente.
Le regole? Come spiega Jelmini nel video, si tirano i dati e si va sulla casella corrispondente. Ad alcune corrispondono azioni positive, come nel video dove si vede la pedina fermarsi su “amuchina”(ci sono anche la mascherina, il volontariato, il tenersi a distanza), che regalano un bonus. Per contro le azioni che non si dovrebbero compiere, come andare in discoteca o al parco giochi, piuttosto che fare assembramenti, comportano dei malus.
Le caselle con un angelo danno diritto a una “carta angelo”: con 12 di esse si costruisce l’ospedale.
In alcune caselle c’è un punto di domanda, a cui corrisponde un quesito. Se si risponde correttamente, si vince un bonus. La casella della quarantena invece fa stare fermi un turno.
“Questo vuole essere un gioco di solidarietà ed anche istruttivo per tutte le famiglie”, affermano Giovanni Jelmini e Ludovica.