Le riflessioni del deputato leghista: "Dobbiamo esercitare disciplina e pazienza. E il ponte levatoio deve ancora restare chiuso"
di Boris Bignasca
L’unica certezza è che siamo sotto assedio.
Siamo di fronte ad un nuovo virus. Un virus simile a tanti altri, che proprio per questo ci ha ingannato e ha ingannato anche molti esperti. Un virus che si diffonde con una rapidità incredibile (tutti noi abbiamo letto le analisi intorno al famigerato R0). Un virus che causa molti sintomi simili all’influenza che già conosciamo, ma poi girando per le terapie intensive con i pazienti intubati, i medici dicono “non abbiamo mai visto polmoniti così”.
Un virus che ci ha accerchiato in poche settimane. Un virus che ci ha messo in stato di guerra. O meglio in “stato di assedio”.
E come in ogni assedio che si rispetti, ci sono i nostri soldati sui muraglioni, dotati di mascherine come elmi, respiratori come scudi, camici come armature.. Soldati in trincea - armati di pazienza, coraggio, umanità e professionalità - in difesa soprattutto dei soggetti a rischio: gli anziani e le persone affette da patologie croniche o immunodepresse. Ma tra i feriti dell'assedio, vi sono anche tante persone sane, di ogni età.
E come in ogni assedio che si rispetti noi siamo chiusi in casa, difesi dal fossato virtuale del “social distancing”. Fossato che per ora è l’unica difesa efficace riconosciuta contro le armate del Covid19 che cingono ogni città del mondo e in particolare dell’Occidente. Fossato che andrebbe probabilmente rinforzato con le misure già prese in oriente - ad esempio in Cina e Corea del Sud - e cioè il “contact tracing” tramite app sui nostri smartphone.
E come in ogni assedio che si rispetti stiamo aspettando i rinforzi, la famosa cavalleria. La cavalleria della medicina e della scienza. La cavalleria del vaccino per l’immunità di gregge, la cavalleria del medicinale “miracoloso”. In tanti seguiamo le notizie riguardo alle evoluzioni di antivirali ed antinfiammatori. I nomi si sprecano... idrossiclorochina, clorochina, remdesivir, tocilizumab, anticorpi monoclonali...
E nel frattempo come in ogni assedio che si rispetti, cerchiamo e attendiamo risposte. Vorremmo usare le mascherine, ma forse non servono. Oppure servono ma non ne abbiamo abbastanza. Vorremmo sapere quando arriva il vaccino, ma non lo sappiamo. Vorremmo sapere quando torneremo ad uscire. Vorremmo sapere quando i farmaci saranno verificati ed efficaci. Vorremmo sapere quanti morti dovremo contare. Vorremmo sapere se possiamo riporre speranze nel caldo. Vorremmo sapere quando arriva il famoso picco. O forse è già arrivato. E vorremmo sapere in quanti hanno già fatto la malattia e hanno sviluppato gli anticorpi (e se questi anticorpi immunizzano e per quanto tempo). Però a queste domande non abbiamo ancora risposte certe. Gli esperti - anche i più illustri esperti - ci fanno intravedere qualche luce, ma giustamente senza certezze, non possono sbilanciarsi e dunque ci consigliano prudenza.
Nel frattempo dunque - in questo assedio senza risposte - dobbiamo coltivare la speranza, la solidarietà, ma soprattutto dobbiamo esercitare disciplina e pazienza. Disciplina e pazienza. Disciplina e pazienza. Il ponte levatoio deve ancora restare chiuso.
*Deputato Lega