Il presidente statunitense accusa Pechino di nascondere la realtà in merito al Covid-19. Australia e Francia: "In Cina qualcosa non quadra..."
STATI UNITI – "Se la Cina si è resa intenzionalmente responsabile della diffusione del virus dovrebbe pagarne le conseguenze. Se invece è stato un errore è diverso". Così il presidente americano Donald Trump minaccia Pechino, dopo averla accusata di nascondere i dati e di avere un bilancio reale di vittime ben più alto di quello record degli Stati Uniti.
"Ora – ha spiegato il presidente nel suo ultimo briefing – si tratta di capire se è stato un errore finito fuori controllo o se lo hanno fatto deliberatamente. C'è una grande differenza tra le due cose ma in ogni caso devono lasciarci indagare. Io l'ho chiesto subito ma loro non hanno voluto, penso che fossero imbarazzati", ha osservato lasciando aperto il sospetto non solo di un incidente di laboratorio ma anche di una mossa voluta, mentre l'intelligence USA continua le sue indagini.
Dal canto suo, il laboratorio dell'Istituto di virologia di Wuhan ha respinto le accuse. "Impossibile, nessuno dei ricercatori si è infettato", ha affermato il direttore Yuan Zhiming. Scienziati cinesi hanno affermato che il virus è passato probabilmente da un animale agli umani in un mercato di Wuhan che vendeva animali selvatici.
Anche l'Australia intanto ha messo in dubbio la trasparenza di Pechino nella gestione dell'epidemia e ha chiesto "un'indagine internazionale sull'origine del virus e la sua diffusione nel mondo. "Penso sia importante e noi insisteremo assolutamente su questo", ha assicurato la ministra degli Esteri australiana Marise Payne in un'intervista alla Abc. Anche secondo il presidente francese Emmanuel Macron "in Cina sono successe cose che noi non sappiamo".