“Le motivazioni addotte per giustificare l’opportunità di un rientro generalizzato a scuola non paiono davvero sufficienti a fugare le molte perplessità”
BELLINZONA – I vertici del Collegio Cantonale degli Esperti di Scuola media e del Collegio Cantonale dei Consulenti didattici, in una nota stampa firmata dai rispettivi presidenti, Maurizio Binaghi e Nicolò Osterwalder, “esprimono preoccupazione in riferimento alla ventilata riattivazione degli spazi scolastici a partire dall’11 maggio 2020”. Le prime ipotesi trapelate circa le modalità di riapertura, si legge nella nota, “appaiono di difficile attuazione e rischiano di creare ansie eccessive sia nei docenti, sia negli allievi e nelle rispettive famiglie. Al di là delle considerazioni di dettaglio sull’organizzazione, e di quelle ancora più importanti di ordine sanitario, che competono a chi di dovere, si vuole qui fare notare come la ripresa anche parziale dell’attività scolastica presenti alcuni rischi.
Dal punto di vista dell’insegnamento e dell’apprendimento, ambito di nostra pertinenza, il pericolo maggiore è quello di compromettere in modo importante e senza vantaggi visibili gli sforzi messi in atto in queste settimane nella didattica a distanza. Tale modalità – dopo una fase di messa a regime – garantisce finalmente una routine che ha cominciato a dare i suoi frutti, pur con tutti i suoi limiti, dal profilo didattico come da quello pedagogico e dell’accompagnamento.
Vale la pena ricordare che questo è stato possibile grazie all’impegno e alla professionalità del corpo insegnante, che ha concretizzato la riconversione eccezionale di una scuola che così, di fatto, non ha mai smesso di rimanere “aperta”, con modalità diverse, ma senza interruzioni e in totale sicurezza nel pieno di un’emergenza sanitaria.
In questo momento, l’apertura delle aule scolastiche, con la conseguente messa in atto di un triplo registro pedagogico-didattico – l’insegnamento a distanza, in presenza e l’accudimento –, rischia di disperdere ancora di più le preziose forze degli insegnanti e degli allievi, desecurizzandoli. Un’apertura della scuola come luogo fisico pare, pertanto, avventata quanto controproducente, se non immaginando un dispositivo di fruizione molto mirato dei servizi scolastici per allievi con necessità particolari.
Le motivazioni addotte per giustificare l’opportunità di un rientro generalizzato a scuola in data 11 maggio, facendo astrazione dai vincoli e dalle opportunità di ordine politico e sociale e dalle diverse letture del dato epidemiologico, non paiono davvero sufficienti a fugare le molte perplessità”.