Il Consigliere agli Stati commenta la decisione di riaprire le frontiere il 3 giugno: "Un gioco d'azzardo. Il Paese è allo stremo"
SVIZZERA/ITALIA – Continua a far discutere la decisione dell'Italia di riaprire le frontiere per il prossimo 3 giugno. Il motivo? La mancata consultazione con gli agli Paesi europei, Svizzera inclusa. Il tema è stato trattato anche dal Consigliere agli Stati Marco Chiesa che su Facebook ha attaccato senza troppi giri di parole il premier Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio.
"Perché – scrive – il Governo italiano ha deciso senza consultarsi con gli altri Paesi europei e con la Svizzera la riapertura completa e senza quarantena delle sue frontiere per il 3 giugno? Perché il Paese è allo stremo, gli aiuti statali sono ancora un miraggio per gran parte della popolazione, e malgrado la Lombardia non abbia completamente debellato i contagi, ora la necessità economica di ripartire pesa come un macigno ed è molto superiore all’emergenza sanitaria. I commerci arrancano, gli acquisti affondano, il settore turistico é a rischio di perdere tutta la stagione e la disoccupazione nella Penisola sta drammaticamente aumentando. Cosa che, tra l’altro, metterà ancor più sotto pressione il mercato del lavoro ticinese. Ricordiamocelo quando si tratterà di votare il 27 settembre l’iniziativa per la disdetta della libera circolazione e il ripristino della preferenza indigena".
Per Chiesa, "è inaccettabile questa fuga in avanti di Di Maio e Conte come lo è che l’Italia si dimostri così irresponsabile e il fatto che nazioni come Germania, Francia e Austria, certamente più avanti della Lombardia nella gestione della crisi coronavirus, concordino un’alleatamento alle frontiere solo per il 15 giugno ci fa capire che a Roma con il 3 giugno stanno giocando d’azzardo".