Il Consigliere agli Stato: "Ora sappiamo che un permessi di lavoro da frontaliere equivale a un certificato di buona salute"
di Marco Chiesa*
Il Consiglio federale non ritiene di tutelare la salute dei ticinesi, bloccando ragionevolmente il flusso di lavoratori che loro malgrado prevengono da zone messe totalmente in quarantena.
La Consigliera Karin Keller Sutter ha spiegato che queste persone sono in possesso di un permesso di lavoro, che io stesso, come voi ritengo, non sapevo essere pari ad un certificato di buona salute, e perciò hanno tutto il diritto di entrare.
Ergo: permesso di lavoro = libero accesso al nostro territorio.
Per di più, spiegano da Berna, il numero di passaggi sta diminuendo fisiologicamente e non sono più 70’000 i frontalieri quelli che varcano ogni giorno il confine con la Lombardia. Alla domanda quanti sono ora però, cadono le tenebre, nessuno sa rispondere, nemmeno l’imbarazzato capo delle dogane. Che drammatiche figuracce!
Facciamocene una ragione: le frontiere a sud della Svizzera con le province infettate, presidiate dalle autorità per far sì che la gente non esca di casa, dove si chiudono scuole, commerci e attività e si è attivato anche l’esercito, restano aperte a tutti coloro che hanno un permesso di lavoro.
Ringrazio il giornalista romando per la sua domanda riguardo il Canton Ticino. Almeno ora sappiamo la posizione precisa del Consiglio federale: una battaglia persa!
*Consigliere agli Stati