Anne Lévy, direttrice dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP): "Chiusure di bar e ristoranti? Non si può escludere nulla"
BERNA - Notizie positive e altre meno emergono dalla consueta conferenza stampa di aggiornamento sull'epidemia di Covid tenutasi a Berna.
La curva si sta lentamente appiattendo e le misure introdotte dalla Confederazione si stanno iniziando a vedere, è stato detto, anche se la mobilità delle persone resta ancora troppo alte e servono altri accorgimenti.
La situazione è meno pessimistica e tragica che in altri Paesi, ma aumentano comunque contagi e ospedalizzazioni (che, ricordiamolo, sono solitamente ritardate rispetto ai contagi). E in Svizzera su 1'100 posti letto per la terapia intensiva 440 sono occupatia pazienti Covid e altri 400 da pazienti con altre malattie. Ne restono il 25%, dunque per gli esperti è allarme.
"Alcuni ospedali sono già al completo. La Rega si occupa del coordinamento dei trasferimenti. Ieri ci sono già stati nove trasferimenti tra diversi ospedali. ’intervento dell’esercito negli ospedali dovrebbe avvenire in maniera più efficiente rispetto alla prima ondata", ha detto Anne Lévy, direttrice dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Per quanto concerne la situazione economica, per il lavoro ridotto vengono erogati 20 milioni al giorno (dall'inizio della pandemia, 83 miliardi di franchi). Le persone in cerca di lavoro sono 50mila.
"Chiusure di bar e ristoranti? La palla è ancora nel campo dei Cantoni. Ma la situazione è costantemente monitorata. Al momento non si può escludere nulla", ha affermato la stessa Lévy.