Il direttore della Clinica Luganese Moncucco: "Viviamo in una sorta di illusione. Abbiamo bisogno di tempo per capire a che punto siamo"
LUGANO – Ieri la Moncucco, oggi l’Ospedale la Carità di Locarno. Gli ospedali in Ticino potenziano i rispettivi reparti di cure intense aggiungendo posti letto. La Moncucco ha comunicato ieri di aver potenziato con otto nuovi posti letto il reparto, mentre a La Carità di Locarno “ne verranno aggiunti quattro in più entro domani mattina”, fa sapere il direttore sanitario a Radio 3i.
Meno test e più ricoveri
Ma le strutture sono quasi al limite. “Se continuiamo così – afferma Michael Llamas – arriviamo al punto di non avere più letti a disposizione”. A preoccupare la sanità è l’aumento dei ricoveri, nonostante il basso numero di tamponi effettuati durante le feste natalizie. “I segnali sono chiari – dichiara il direttore della Moncucco Christian Camponovo al Corriere del Ticino –, ultimamente i giovani e le persone sotto i 50 anni non vanno più a farsi testare. Un atteggiamento molto egoistico. Le cifre relative ai ricoveri e ai pazienti intubati stanno peggiorando. Diciamo che viviamo in una sorta di illusione. Il virus circola e anche in maniera massiccia”.
"Chiudere le attività non essenziali"
“Dobbiamo essere prudenti – conclude Camponovo –. In questo momento non sappiamo esattamente cosa stia accadendo. Dobbiamo tenere alta la guardia ed eviterei di far tornare in contatto le persone che non si sono viste per due settimane. Eviterei, quindi, di mandare gli adolescenti a scuola. Abbiamo bisogno di tempo per capire a che punto siamo. Non possiamo fare i supereroi pensando di riuscire a gestire una situazione che ci vede malmessi. Mi appello al Governo e chiedo di chiudere tutte le attività non essenziali per due/tre settimane finché non si avrà un quadro completo”.