CORONAVIRUS
Il DT riconosce il problema dei mezzi pubblici affollati e pensa a correttivi. Ma non sui bus all'ambito urbano
Sui bus che servono le città "si registra un gran numero di studenti e pendolari in un breve arco temporale; non è dunque possibile offrire un servizio che soddisfi le aspettative degli utenti in questo periodo di pandemia". Il PC intanto...

BELLINZONA - "Alle imprese di trasporto concessionarie è stato chiesto di effettuare una valutazione del sovraffollamento con l’obiettivo di individuare le corse durante le quali sulle linee regionali bus nelle ore di punta l’occupazione degli utenti supera quella dei posti disponibili seduti. Dall’analisi è emerso che le tratte particolarmente sollecitate, fuori dal perimetro urbano, sarebbero 16 e sono operate da AutoPostale SA. Le stesse concernono principalmente le regioni del Locarnese, del Luganese e del Mendrisiotto. Sulla scorta di questi dati si stanno individuando le soluzioni più adatte e l’auspicio è che già dall’inizio della prossima settimana si possano introdurre dei correttivi almeno parziali", si legge in un comunicato stampa del Dipartimento del Territorio.

Questo nonostante "le decisioni sulle misure di protezione nei trasporti pubblici sono di competenza della Confederazione e che i Cantoni sono chiamati ad attenersi alle regole emanate in tal senso", spiega il DI, sottolineando come "a tale proposito, nelle scorse settimane il Consiglio di Stato si era rivolto alle autorità federali sollecitando un intervento a breve termine. Tuttavia, una presa di posizione in tal senso non è ancora stata espressa".

Dunque, si è deciso di intervenire su una tematica calda. I trasporti pubblici pieni di studenti preoccupano molti, che li ritengono il luogo dove ci si contagia maggiormente, anche perchè la distanza sociale non viene mantenuta, a causa delle troppe persone stipate in poco spazio. 

Ma, prosegue la nota, "per ciò che concerne il servizio bus nell’ambito urbano si rivela più difficile operare in quanto si registra un gran numero di studenti e pendolari in un breve arco temporale; non è dunque possibile offrire un servizio che soddisfi le aspettative degli utenti in questo periodo di pandemia. Si rammenta, infine, che agire in breve tempo sull’offerta del trasporto pubblico su gomma è un’operazione complessa. Ciò malgrado ci si sta attivando per dare una almeno parziale risposta alle sollecitazioni giunte dagli utenti".

Il  Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) qualche tempo fa aveva chiesto di introdurre delle corse supplementari. A dargli man forte è arrivato oggi il Partito Comunista, che ha inoltrato un'interpellanza con Massimiliano Ay e Lea Ferrari: "L’impiego da parte dello Stato dei trasporti attualmente inutilizzati a causa della pandemia permetterebbe non solo di diminuire l’affollamento dei mezzi pubblici, ma anche di garantire un’occupazione a numerosi autisti che sono attualmente senza impiego, costretti a beneficiare solo delle indennità di lavoro ridotto (che come sappiamo coprono solo una parte del salario)", chiedendo dunque "al Consiglio di Stato se ritenga che vi siano i presupposti – sia dal punto di vista legale sia di quello politico – in questo contesto di pandemia (ma che potrebbe valere per qualsiasi situazione di pubblica calamità o in caso in cui si dichiarato lo stato di necessità) per una requisizione – e se sì a quali condizioni? – dei mezzi di trasporto collettivi inutilizzati dalle aziende private (torpedoni per viaggi, ecc.) da parte del Cantone".

Ma dal comunicato si evince come sia di difficile applicazione... 

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