A partire dalle 19.30 su TeleTicino dibattito sull’accusa di dittatura al Consiglio Federale, sugli ultimi dati allarmanti sull’occupazione in Ticino (meno posti di lavoro, più frontalieri) e sulla crescente rabbia sociale. Ecco gli ospiti
MELIDE - Ieri ha preso avvio il piano di uscita dal confinamento deciso dal Consiglio Federale. Tutti i commerci hanno infatti potuto riprendere la loro attività. Ma se in Svizzera e in Ticino si allentano i bulloni, in Lombardia si stringono, con la chiusura degli esercizi pubblici e restrizioni ancora più severe in alcune aree, come quelle del comasco. Oltre confine c’è infatti aria di terza ondata a causa delle varianti del Covid.
Intanto a livello di politica federale lo scontro politico è sempre più acceso. Il presidente dell’UDC Marco Chiesa, negli scorsi giorni, è tornato all’attacco del Governo accusandolo di aver introdotto “una dittatura”. “Da mesi – ha detto Chiesa – il potere assoluto nel nostro Paese è esclusivamente nelle mani del Consiglio federale. Decide delle nostre vite, delle nostre relazioni sociali, pronuncia divieti di lavoro. Chiediamo di essere liberati da questa forma di paternalismo”. Parole dure quelle del leader del principale partito svizzero, con un evidente richiamo a quella “dittatura sanitaria” che finora era stata evocata solo dalle frange più estreme e negazioniste del Paese. Parole talmente forti da imporre una replica al presidente della Confederazione, e Consigliere Federale UDC, Guy Parmelin e alla collega Karin Keller Sutter. "La forza della Svizzera sta nelle sue istituzioni. Se ne si parla male le si destabilizza e si minaccia il sistema elvetico. Questo è pericoloso".
Il pericolo che la rabbia sociale esondi al di fuori delle legittime proteste democratiche, è denunciato da più parti. Tanto è vero che sono state rafforzare le misure di protezione personale di tutti i principali attori, scientifici e politici, chiamati a gestire la crisi. E anche in Ticino si è verificato un episodio sul quale riflettere, con la sede dell’Ordine dei medici presa di mira dai vandali.
In difesa del mondo scientifico, sempre più sotto attacco politico, sono scesi in campo i Verdi svizzeri che ieri hanno lanciato un appello pubblico “Per la libertà di scienza e di espressione” indirizzato ai partiti borghesi: “La maggioranza borghese della Commissione economia e tributi del Consiglio nazionale - si legge nel testo - vuole vietare alla task force di esprimersi pubblicamente, lasciando che siano solo Consiglio federale e al Parlamento a comunicare in merito alle misure. Di fatto si vuole mettere la museruola alla task force scientifica, che consiglia il Governo e per altro opera a titolo onorario al servizio della collettività”.
Infine, su una società ticinese sempre più in ebollizione sono arrivati i dati sul mondo del lavoro dell’Ufficio federale di statistica. Si parla di una perdita di 10’000 impieghi nel 2020, con una contestuale crescita dei frontalieri. Un dato allarmante, controverso e che si presta a molte interpretazioni.
“Pericolo democratico” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera su TeleTicino a partire dalle 19.30. Ospiti di Marco Bazzi saranno il capogruppo in Gran Consiglio dell’UDC Sergio Morisoli, quello dei Verdi, Nicola Schoenenberger, la deputata socialista Anna Biscossa, il CEO di S.Pellegrino Sapori Ticino Dany Stauffacher e il giornalista Alfonso Tuor.
Appuntamento dunque per questa sera alle 19.30.