Per Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica del DSS, "sono la soluzione migliore". Per incentivare le aziende a testare regolarmente i dipendenti, arriva l'esenzione da eventuali quarantene
BELLINZONA - A Palazzo delle Orsoline si parla di strategia cantonale per i test di massa, relatori Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica del DSS e Daniele Fumagalli, aggiunto al direttore della Divisione dell'economia del DFE.
Bianchi: "Test uno dei pilastri della strategia anti Covid"
"È importante inquadrare il test come uno dei pilastri nella strategia per combattere il Covid. Al minimo sintomo bisogna testarsi, all'inizio della pandemia non era così a causa della scarsità di test. La Confederazione da febbraio ha inserito i test ripetuti per le persone asintomatiche e dal 15 marzo in maniera più estesa. Nel frattempo dal 7 aprile abbiamo gli auto test, ci sono inoltre i test rapidi nella farmacie, con 68 farmacie che possono eseguirli. Vi sono molte possibilità a titolo individuale per il test, coi costi coperti dalla Confederazione".
"Il Ticino testa abbastanza, è un po' al di sotto della media, tra i 500 e 800 test al giorno, nei periodi più intensi siamo arrivati a 1'800. La situazione epidemiologica è comunque migliore rispetto ad altri Cantoni".
"Gli autotest dati alle persone sono stati circa 100mila, chi si trova positivo dovrebbe contattare l'hotline. Sinora abbiamo avuto 149 chiamate".
"La Confederazione ha adattato l'Ordinanza 3 Covid il 15 marzo, estendendo la possibilità di test a tutti i cittadini e a tutte le aziende assumendone i corsi, il 24 marzo il Cantone ha presentato il suo documento di strategia, un presupposto necessario secondo l'ordinanza per fare in modo che ci chi aderisce vedrà riconosciuti i costi. Siamo stati criticati a livello federale, perché siamo stati tra gli ultimi. Berna ha promosso degli incontri dei Cantoni per parlare dei flussi economici, ha stimato fino a fine luglio un miliardo come spesa. I flussi di fatturazione portano a concludere che i Cantoni devono rimborsare alle aziende gli indennizzi previsti e poi li recuperano dalla Confederazione. A seguito di queste precisazioni abbiamo chiesto, preteso, dall'UFSP, che non si limitasse a prendere atto della nostra strategia ma che prendesse posizione sulle condizioni per partecipare ai test".
"Nel frattempo abbiamo implementato l'organizzazione necessaria per attuare la strategia. Da lunedì c'è in vigore l'esenzione alla quarantena per le aziende che offrono test settimanali, un incentivo a testare. Abbiamo anche condizioni meno severe rispetto a quelle presentate a metà marzo. L'esenzione dalla quarantena è concessa se si decide di testare almeno una volta alla settimana. Le quarantene sul posto di lavoro sono relativamente limitate, in ogni caso, così come le quarantene in termini generale, perché si utilizzano le misure di protezione necessarie (o almeno così dichiarano), si osservano poche trasmissioni del virus tra colleghi".
"Eravamo partiti dall'insistere sui test rapidi, nel frattempo i laboratori a livello nazionale e in Ticino, che sono 5, hanno rafforzato le loro capacità per i test molecolari in pool, cioè le analisi riferite a 10 persone".
"Sono stati ridefiniti i criteri per essere aziende ad alto rischio. Ora bisogna avere: telelavoro non possibile, numeri di contatti elevato tra dipendenti, distanze limitate, contatto permanente, luogo di lavoro chiuso e scarsamente arieggiato. Devono avere 10 o più collaboratori con una partecipazione al test di almeno il 60%. Per loro il rimborso è di 34 franchi a test. Per chi invece ha un rischio minore,
"Con la prima strategia avevamo un buon numero di aziende interessate, ma ora esiste l'autotest che ciascuno si può fare, per cui cambieranno. Riteniamo che il test rapido sia la soluzione migliore, anche per esempio per le scuole, pensiamo a un test a un'intera classe. La stiamo promuovendo perché la riteniamo valida".