CORONAVIRUS
Non passa lo straniero! Il Ministro blinda l'Italia. Ma per i ticinesi la... Speranza è l'ultima a morire
Esegesi dell’ordinanza firmata dal Roberto Speranza: potremo, noi svizzeri di confine, varcare ancora la frontiera senza soverchie paranoie?

ROMA - L’ordinanza firmata ieri dal ministro italiano della Salute Roberto Speranza (nella foto) ha creato disorientamento e preoccupazione in molti ticinesi. Nonché una reazione piccata da parte dell’Unione Europea. “L’Italia deve spiegare”, ha detto la vicepresidente della Commissione Ue Vera Jourová.

 

Le nuove regole contenute nell’ordinanza firmata nel tardo pomeriggio di ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza e condivisa dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, saranno valide fino al 31 gennaio prossimo. Norme severe, ma simili a quelle già in vigore per gli arrivi dai Paesi extra-europei. Fatto sta che l’Italia blindata preoccupa in vista delle vacanze natalizie. Il motto è: "Non passa lo straniero", come ai tempi della famosa battaglia sul Piave.

L’ordinanza prevede l’obbligo del test negativo in partenza per tutti coloro che arrivano in Italia dai Paesi dell’Unione Europea, Svizzera compresa: test antigenico nelle 24 ore precedenti all’ingresso, o molecolare nelle 48 ore precedenti. Il test diventa dunque obbligatorio anche per i vaccinati. Non solo: per i non vaccinati, non basta il test negativo, ma occorre anche una quarantena di cinque giorni.

Ma cosa dice esattamente il testo varato da Speranza? Potremo, noi svizzeri di confine, varcare ancora la frontiera senza soverchie paranoie?

 

L’ordinanza prevede delle eccezioni, a condizione che non insorgano sintomi da COVID-19: le restrizioni (certificato e tampone negativo) non si applicano a chi transita con mezzo privato nel territorio italiano per un periodo non superiore a 36 ore; a chiunque fa ingresso in Italia per un periodo non superiore alle 120 ore per comprovate esigenze di lavoro, salute o assoluta urgenza; a chiunque rientra in Italia a seguito di una permanenza di durata non superiore a 48 ore in località estere situate a distanza non superiore a 60 chilometri dal luogo di residenza, domicilio o abitazione, purché lo spostamento avvenga con mezzo privato (e in questo caso non si applica neppure l’obbligo di compilare il Passenger Locator Form).

Questo, almeno, è quanto si è potuto capire finora cercando di interpretare la giungla burocratica dell’ordinanza. La Speranza, insomma, è l’ultima a morire…

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