L'MPS contesta la scelta del Consiglio di Federale di ridurre a cinque giorni le due misure. "E poco importa se chi rientra al lavoro è ancora contagiato e rientra al lavoro"
BELLINZONA - La novità più sostanziale emersa dalla conferenza stampa odierna del Consiglio Federale riguarda le quarantene e gli isolamenti, che ora dureranno cinque giorni. Una misura attesa che non convince tutti: a livello ticinese l'MPS non è per niente soddisfatto. Vede alla base della scelta un interesse più legato all'imprenditoria che alla salute.
"Proprio in queste ultime settimane è emerso un dato di fatto incontrovertibile: lasciar
andare lo sviluppo della pandemia in queste ultime settimane e le conseguenti quarantene
e gli isolamenti, hanno apportato seri problemi all’”economia” con problemi di
funzionamento (sia nel settore pubblico che in quello privato) importanti. L’esatto contrario
di quanto si professava di voler raggiungere, una dimostrazione di incompetenza persino
nel raggiungimento di obiettivi prefissati", si legge in una nota. "E allora, ecco la soluzione: diminuire, ed è l’unica nuova misura adottata oggi dal Consiglio federale (e condivisa da giorni dai rappresentanti dei Cantone e da quelli padronali), la durata delle quarantene e degli isolamenti. Poco importa che questa misura rischia alla fine – se persone ancora contagiate rientrano al lavoro – di peggiorare la situazione. Essa verrà risolta da ulteriori misure che vanno in questa direzione: come quella, già annunciata tra le misure messe in consultazione presso i Cantoni, di rinunciare del tutto alle quarantene".
Per l'MPS, "ancora una volta gli interessi del capitale hanno avuto la meglio e la classe politica (tutti i partiti maggiori presenti negli esecutivi federali e cantonali, da quelli di “sinistra” a quelli di “destra”) ha difeso e difende questo orientamento apertamente liberale e liberista, incarnato dai propri rappresentanti in Consiglio federale. Persino le organizzazioni sindacali sembrano di fatto aver rinunciato alla loro missione più elementare, cioè impegnarsi incondizionatamente per l’integrità fisica e la salute dei loro membri e di tutti i lavoratori e le lavoratrici".
La richiesta del movimento è quella di "immediate misure che, per un breve periodo di tempo, permettano di limitare radicalmente i contatti". Quella attuale è "una strategia coerente, proprio da questo punto di vista; di fronte ad una quinta ondata assai potente, il governo conferma l’adozione di misure totalmente inadeguate; misure adottate solo per garantire che i lavoratori e le lavoratrici negli ospedali possano continuare a curare i malati, che il sistema sanitario non crolli e che tutto ciò non provochi un’eccessiva resistenza sociale".