CORONAVIRUS
De Rosa vs Berna: "La strategia di diffusione del virus può essere rischiosa"
Riduzione di quarantene e isolamenti, secondo il ministro, il passaggio da pandemia a endemia potrebbe essere più doloroso di quello che si lascia intendere
TiPress/Francesca Agosta

BELLINZONA – Prudenza. È la linea che il ministro della sanità Raffaele De Rosa raccomanda commentando le decisioni di ieri del Consiglio federale. Lo fa in un’intervista al Corriere del Ticino, premettendo che si esprime a titolo personale in quanto la consultazione dei Cantoni scade soltanto lunedì prossimo.

Il punto più controverso è la riduzione di isolamenti e quarantene, criticato anche dal dottor Mattia Lepori, vice responsabile dell’Area medica dell’Ente Ospedaliero: “Berna ha di fatto sdoganato la strategia della diffusione del virus, sperando che tra vaccinazioni e contagi la popolazione si immunizzi senza sovraccaricare il sistema ospedaliero", ha dichiarato ieri alla RSI (LEGGI QUI).

 

Il Consiglio federale ha deciso di ridurre a partire da oggi, giovedì 13 gennaio, la durata dell'isolamento da dieci a cinque giorni. Come finora, per poter uscire dall'isolamento una persona deve essere priva di sintomi per almeno 48 ore. I Cantoni possono però prevedere delle deroghe. Deroghe sono previste anche per la quarantena dei contatti, che pure sarà ridotta a cinque giorni, e limitata a chi vive nella stessa economia domestica o che ha contatti regolari e stretti con una persona risultata positiva al test. Sono esentate dalla quarantena le persone che hanno ricevuto l'ultima dose di vaccino o sono guarite da meno di quattro mesi.

 

“Con Omicron – afferma De Rosa - siamo entrati in una nuova fase, una fase ancora più complicata delle precedenti. Gli ospedali rimangono sotto pressione, ma questa variante mette grande pressione anche alla società e all’economia. Dunque non siamo più concentrati esclusivamente sulle ospedalizzazioni e sull’occupazione delle cure intense, bensì anche sulla necessità di garantire il funzionamento dei servizi essenziali. Ora si tratta di riuscire a bilanciare queste componenti, in un contesto comunque fragile e incerto. A mio modo di vedere, Berna sembra essere passata a una strategia di diffusione del virus. Un approccio nuovo, e che può essere rischioso. Per due motivi: c’è una stabilizzazione ad alto livello dei contagi ma anche dei ricoveri. Gli ospedali non sono vuoti e notiamo comunque una crescita regolare delle ospedalizzazioni”.

 

Secondo il ministro, il passaggio da pandemia a endemia potrebbe essere più doloroso di quello che si lascia intendere: “I tecnici, martedì, hanno parlato di grandi numeri: il 20 o il 30% della popolazione svizzera contagiata in due-tre settimane. Potremmo quindi dover vivere giornate molto difficili”.

 

E aggiunge: “Il 31 dicembre abbiamo adottato il provvedimento della riduzione della quarantena da 10 a 7 giorni. Riteniamo estremamente importante che ogni decisione riguardo alle quarantene o sull’isolamento poggi su basi scientifiche estremamente solide. Altrimenti c’è il rischio di un effetto boomerang: da un lato si riducono le quarantene per recuperare delle persone, dall’altro si permette a persone positive di circolare e di contagiare altre persone. Con il risultato di bloccare la società”.

 

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