DESIGN
Daniele Carta: come scegliere la giusta illuminazione?
L’interior designer pone l'accento sull'importanza di definire i punti luce in modo ottimale per valorizzare l'ambiente

di Daniele Carta*

Più spesso di quanto si possa pensare, durante numerosi sopralluoghi di appartamenti e locali pubblici, mi è capitato di notare come i punti luce previsti fossero insufficienti o persino mal posizionati. Purtroppo, mi sono reso conto di come frequentemente la definizione delle luci e del progetto illuminotecnico tendano ad essere messi in secondo piano e trattati in maniera superficiale quando, in realtà, stiamo parlando di una fase di estrema importanza tanto quanto la scelta del pavimento.

Da sempre lo studio della luce ha esercitato su di me grande fascino ed interesse: essa consente di evidenziare alcune parti e di metterne in ombra altre, modificando la percezione e l’atmosfera di un ambiente o valorizzando i materiali e l’arredo inseriti nello spazio. Ecco perché, fin dalla fase iniziale, è bene selezionare e definire con cura la tipologia e la quantità di luce da introdurre in un ambiente in base a caratteristiche, potenza e temperatura: in assenza di un progetto illuminotecnico, infatti, l’eccesso di luce è uno degli errori che viene commesso più spesso e che rischia di risultare fastidioso o creare ambienti ovattati e privi di dettagli. Inoltre, prevedere già nella fase di progettazione iniziale il numero di punti luce ottimali, consente di evitare successivi interventi invasivi o escludere l’emergere di problemi difficilmente risolvibili.

Ma come scegliere la luce giusta?

Sebbene non esistano delle regole rigide, è possibile seguire alcune semplici linee guida per comprendere qual è la temperatura più adatta tenendo conto della funzione e del contesto di riferimento. Per evitare che gli ambienti domestici risultino asettici, è consigliabile optare per una luce naturale o calda: quest’ultima, infatti, confortevole e accogliente, viene utilizzata in aree come il soggiorno, la sala da pranzo, le camere da letto e i corridoi. Inoltre, la luce calda è in grado di valorizzare i materiali naturali come il parquet e i tessili: se l’arredo è dominato da materiali scuri e dalle tonalità del grigio, la luce calda o naturale può smorzare i toni freddi e blu. In generale, scegliere di utilizzare la stessa temperatura per le diverse stanze della propria casa consente di rendere il passaggio da una stanza all’altra più naturale, uniforme e meno fastidioso.

Diversamente, la luce fredda trova maggiore applicazione in contesti professionali (come studi medici), commerciali e in ambienti che richiedono precisione e attenzione ai dettagli come garage o aree da lavoro.

Inoltre, è fondamentale selezionare la giusta tipologia di corpo illuminante: per ambienti con soffitti particolarmente bassi (molto frequenti nei nuovi edifici svizzeri) è consigliabile installare faretti da incasso a filo, poco ingombranti, che solitamente presentano un cono di luce di 90°. Al contrario, soffitti alti o a volta (tipici degli edifici di più vecchia costruzione) prediligono sospensioni che hanno un cono di luce più ampio (120°) capace di illuminare omogeneamente grandi spazi. Infine, le zone di passaggio (come scale e corridoi) si adattano bene all’inserimento di faretti da incasso contapassi, caratterizzati da un cono di luce molto ristretto (5°) che crea una luce mirata.

Secondo il mio personale punto di vista, la luce si configura come un elemento architettonico estremamente versatile, impattante ed invasivo, non solo per la sua funzionalità e praticità, ma anche per la capacità di creare percorsi percettivi e diverse atmosfere all’interno di un ambiente.

*Interior designer

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