Cereghetti propone di scorporare dall’assicurazione di base tutto ciò che riguarda la salute negli istituti per anziani, visto che la vecchiaia non è una malattia, e gli aiuti domiciliari
BELLINZONA – “Trasparenza, questa sconosciuta. È ora di dire basta. Il diritto degli assicurati alla chiarezza è sacrosanto. Bene De Rosa e bene le iniziative proposte. Finalmente qualcosa si muove nel torpido mondo dell’assicurazione malattia”.
Con queste parole il municipale di Locarno Giuseppe Cotti, candidato per il PPD al Nazionale, ha commentato su Facebook la notizia pubblicata questa mattina da liberatv: Il ministro De Rosa ha rivelato che l’Ufficio federale della sanità pubblica avrebbe chiesto a quattro casse malati di correggere i premi al rialzo. E ha spiegato nell’articolo le tre iniziative cantonali che ha promosso (leggi qui).
Qualcosa si muove, scrive Cotti, “ma l’analisi può andare oltre. Dobbiamo interrogarci se non vi siano alternative, magari anche più eque, per il finanziamento del sistema sanitario. A questo proposito trovo interessante la recente posizione pubblica di Bruno Cereghetti (ndr: ex deputato ed ex responsabile dell’Ufficio cantonale assicurazione malattia). Egli propone di scorporare alcuni servizi dall’assicurazione malattia, come alcuni ambiti del settore ospedaliero e tutto ciò che riguarda la salute negli istituti per anziati, considerato che la vecchiaia non è una malattia”.
Queste posizioni, prosegue Cotti, “andrebbero finanziate con le imposte, non tuttavia con un aumento delle stesse, ma attraverso una ridefinizione delle priorità nella spesa pubblica. Questo, secondo i calcoli di Cereghetti, porterebbe ad un’importante riduzione dei premi. La discussione si concentrerebbe quindi (in parte) sulle priorità nella spesa pubblica, spesa finanziata con le imposte. Si può condividere o meno la posizione di Cereghetti. Apprezzabile è in ogni caso il tentativo di superare l’attuale sistema con proposte concrete ed equilibrate. E le proposte di De Rosa rappresentano pure un cambio di rotta. Non è più sufficiente fermarsi al vissuto, è necessario guardare oltre, è necessario esplorare nuove vie, sono necessarie riflessioni in movimento. È necessario muoversi a tutela dei cittadini. Nei fatti e non solo a parole”.
"Io ho proposto più volte – ha ribadito recentemente Cereghetti in un’intervista al Caffè - di scorporare tre servizi, come alcuni ambiti del settore ospedaliero; tutto ciò che riguarda la salute negli istituti per anziani, visto che la vecchiaia non è una malattia; e gli aiuti domiciliari. Ecco, questi tre servizi dovrebbero essere finanziati dalle imposte, il resto attraverso i premi. Ci sarebbe una netta riduzione dei costi sanitari".
E sulle proposte formulate ultimamente dai partiti Cereghetti ha aggiunto. "Nessuna mi convince del tutto. Non mi convince intanto l’idea di fissare un tetto alla spesa come vuole il Ppd, né di ridurre le prestazioni come vuole il Plr o di ancorare i premi cassa malati al 10% del reddito disponibile come chiede il Ps".
Ma c’è un’altra proposta che va citata, quella avanzata dalla Lega, in particolare dal deputato Michele Guerra, che pure è candidato al Nazionale.
“Ho riproposto la vecchia arma nucleare della Lega – spiega Guerra a liberatv -, cioè la cassa malati pubblica. Penso che una cassa malati pubblica intercantonale, dandoci totale indipendenza e controllo, sia l’unica via d’uscita diretta da questa logica di dissanguamento degli assicurati ticinesi. La Lega lo dice dagli anni ‘90. Plaudo comunque a chi si mobilita per cercare soluzioni”.
In sostanza si tratta, secondo Guerra, di istituire una cassa malati pubblica (intercantonale, con il sostegno di altri cantoni), che copra le spese di base per la protezione della salute dei cittadini. A cui debbano poter aderire tutti. “Una cassa malati – come recita il testo dell’iniziativa parlamentare leghista - che garantisca le spese per l’assicurazione di base e attui tutte le norme di controllo previste dalla legge per anche evitare gli abusi che provocano un aumento sconsiderato dei costi”. E, soprattutto, “che sia economicamente sostenibile per permetterle di applicare premi sopportabili per gli assicurati”.