Il consigliere nazionale ha già pronta l'interrogazione: "Aperitivo amaro"
di Marco Bazzi
Non gliene frega proprio niente del Ticino. Loro, i funzionari bernesi (ed è chiaro che poi, alla fine, ci viene da chiamarli ‘balivi’) vanno avanti a testa bassa, come muli coi paraocchi. E se s’impuntano e cerchi di farli ragionare, non ci riesci nemmeno col bastone.
Sono passate poche settimane dal clamoroso caso del vino italiano proposto all’aperitivo per la festa di Alptransit, organizzata a Sirigino in occasione del crollo dell’ultimo diaframma (leggi qui) ed ecco che salta fuori un caso ancora peggiore. Che grida vendetta al cielo e solleva dubbi più che legittimi sulle motivazioni della scelta.
Il 1° giugno verrà inaugurata la galleria ferroviaria più lunga del mondo. Arriveranno invitati dal mondo intero. Per giorni i riflettori internazionali illumineranno Alptransit, e si attendono tra le 50 e le 100'000 persone. Ebbene, provate a indovinare chi gestirà il catering per la maxi festa ufficiale in programma sul versante ticinese? Ma una ditta d’oltre Gottardo. C’è bisogno di chiederlo?
Questo, nonostante le autorità federali si fossero impegnate più volte, oralmente e per iscritto, verso il Consiglio di Stato affinché l'assegnazione di appalti per le prestazioni di servizio di Alptransit privilegiassero ditte e fornitori ticinesi.
Ma, da indiscrezioni, pare che lo scandalo non sia limitato al solo catering: nella fornitura di materiali e servizi per l’organizzazione dei festeggiamenti di inizio giugno, le ditte ticinesi sarebbero state tagliate fuori completamente.
Liberatv ha ricostruito i principali contorni di questo scandalo, che dimostra ancora una volta assenza di sensibilità e di rispetto da parte di Berna nei confronti del Ticino e dei ticinesi, mentre il consigliere nazionale Fabio Regazzi ha già pronta un’interpellanza al Consiglio federale che presenterà nel corso della prossima sessione parlamentare, il 29 febbraio.
La storia è andata così. Per la parte gastronomica dell'evento che si svolgerà a Pollegio, l’Ufficio federale dei trasporti ha contattato diverse aziende mettendo a concorso il mandato con una procedura “su invito”.
Alle aziende, alcune delle quali erano ticinesi, è stato chiesto di allestire un'offerta per il servizio catering. La scadenza per presentare le proposte era inusualmente stretta: soltanto due settimane dopo l'invio delle richieste.
Ebbene, a fine gennaio l’Ufficio federale ha fatto sapere ai concorrenti di aver assegnato la commessa per il catering a un’azienda di Lucerna, escludendo tutte le ditte ticinesi (alcune delle quali vantano un’esperienza decennale nel settore gastronomico) con motivazioni fumose. Ma l’elemento più scandaloso sta nel fatto che una delle aziende ticinesi (tra l’altro, molto reputata) che ha partecipato al concorso è risultata la più conveniente dal profilo economico.
Non è tutto: sembra che in prima battuta la ditta lucernese avesse proposto agli ospiti della festa “prodotti della Regione del San Gottardo” e non “prodotti ticinesi” come prevedeva il capitolato.
“E per i buongustai ci sarà un punto di ristoro che proporrà le specialità tipiche dei due cantoni padroni di casa, Uri e Ticino”, si legge sulla pagina web di Alptransit. Chissà se ci saranno anche rösti, bratwurst e Züri Gschnätzlets…
Regazzi nella sua interpellanza parla senza mezzi termini di “Aperitivo amaro”. È ancora nero per lo scandalo del travertino romano scelto delle Ferrovie per lastricare la nuova stazione di Bellinzona (perché il granito ticinese fa schifo), tema su cui pure interpellerà il Consiglio federale, che già deve incazzarsi di nuovo.
Il consigliere nazionale chiederà quante ditte sono state coinvolte nella gara di appalto per il catering e di quali Cantoni, se le richieste sono state inviate a tutte nello stesso momento, e se è vero che la ditta che si è aggiudicata l'appalto ha indicato che proporrà prodotti della regione del San Gottardo, anziché con prodotti regionali ticinesi… E altre domande ancora, che meritano, almeno questa volta, una puntuale, chiara e motivata risposta. E non il solito “menavia”.