“È poco svizzero parlar male di un avversario politico. Non ci sono mai piaciuti i re ed i principi, e non ci piacciono nemmeno coloro che nel sistema democratico sembrano contare più degli altri”
LUGANO - “Ho letto una pubblicità elettorale che, parlando al solito male del nostro consigliere federale, inneggia ai propri “valori svizzeri”. Peccato!”. Fulvio Pelli fa il contropelo all’UDC prendendo spunto da un manifesto elettorale apparso in questi giorni. Titolo: “Caro Cassis, solo gli svizzeri fanno la Svizzera”. Un manifesto ispirato alle discusse affermazioni fatte nelle scorse settimane del ministro degli esteri alla festa organizzata dal PLR a Sant’Antonino (LEGGI QUI).
“È poco svizzero parlar male di un avversario politico – ha scritto Pelli in un’opinione uscita ieri sul Corriere del Ticino -. Poco ‘svizzero’, perché se ai tempi della creazione della Svizzera federalista e democratica, quella da cui deduciamo i nostri valori, quell’atteggiamento un po’ arrogante avesse avuto la meglio, la nostra Svizzera di oggi non sarebbe probabilmente quella di cui siamo fieri”.
L’ex presidente nazionale del PLR traccia un breve ma dettagliato quadro storico della democrazia elvetica: “Si usciva, nel 1848, da una guerra fra Cantoni progressisti e conservatori, i primi soprattutto protestanti e in forte sviluppo economico, gli altri cattolici e molto legati alle tradizioni, che assunse il nome di guerra del ‘Sonderbund’, nome della coalizione dei Cantoni conservatori. Vinsero militarmente i primi, ma non vollero imporsi politicamente e coinvolsero i perdenti a pari diritti in un processo di preparazione della prima vera Costituzione del nostro Paese. La storia di quel processo politico di grandissima rilevanza storica, durato pochi mesi, ci trasformò nella prima democrazia europea dando ad ogni persona (uomini e donne) dei diritti costituzionali di grande rilevanza, introducendo la separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario ed imponendo in tutti i Cantoni un sistema elettorale democratico, purtroppo allora ancora limitato ai soli uomini, e tribunali indipendenti”.
La democrazia, aggiunge, “non ha solo bisogno di idee, ha anche bisogno di palestre che permettano la discussione e quindi un loro sviluppo concordato. E chiede a tutti capacità di ascolto e comportamenti rispettosi”.
Poi la stoccata finale all’UDC: “A noi svizzeri non sono mai piaciuti i re ed i principi, e non ci piacciono molto nemmeno coloro che nel sistema democratico sembrano contare più degli altri e non accettano quelle sconfitte che la democrazia del confronto delle idee necessariamente impone a tutti. Quelli che il compromesso lo considerano solo debolezza e non intelligenza. ‘Svizzero’ è invece lasciare a tutte e a tutti, e non solo a chi si crede una élite, il piacere e la fierezza di essere svizzeri”.