POLITICA E POTERE
Argo 1, Marco Bertoli demolisce il DSS. Il perito del Governo contesta tutta la difesa del Dipartimento di Beltraminelli per giustificare lo scandalo: non è vero che c'era un'emergenza, non è vero che Rainbow era inadeguata, non è vero che il problema era
Il Corriere del Ticino pubblica in esclusiva il rapporto dell'ex magistrato incaricato dal Governo di fare luce sulla vicenda. Sostanzialmente la tesi di Bertoli è che i vertici del Dipartimento abbiamo fabbricato la propria difesa una volta scoppiato il bubbone, con una serie di bugie, mezze verità, manovre spericolate
© Ti-Press / Alessandro Crinari
BELLINZONA - Il DSS esce con le ossa rotte dal rapporto di Marco Bertoli sullo scandalo Argo 1. Il perito nominato dal Consiglio di Stato, infatti, demolisce l’intera difesa con cui il Dipartimento di Paolo Beltraminelli ha tentato nei mesi di giustificare l’attribuzione, illegale, del mandato all’agenzia di Marco Sansonetti.

 

Il Corriere del Ticino ha pubblicato oggi in esclusiva i contenuti del documento redatto dall’ex procuratore. Trovano conferma tutte le indiscrezioni pubblicate nelle ultime settimane. Bertoli, in particolare, contesta punto per punto le giustificazioni con cui il DSS ha tentato di difendere il proprio operato dopo che lo scandalo è esploso. Sostanzialmente la tesi dell’ex magistrato è che i vertici del Dipartimento abbiamo fabbricato la propria difesa una volta scoppiato il bubbone, con una serie di bugie, mezze verità, manovre spericolate.

 

Innanzitutto Bertoli contesta il cardine delle motivazioni addotte dal DSS per l’attribuzione del mandato ad Argo 1: c’era un’emergenza. Una motivazione ribadita a più riprese anche dal ministro Paolo Beltraminelli.

 

“Non si può affermare - scrive Bertoli - che nel luglio 2014 vi fosse un’urgenza tale da dover attribuire il mandato ad Argo 1”. Il perito rileva che a gestire la sicurezza dei centri per richiedenti l’asilo, sin dal 2012 e sulla base di una regolare risoluzione governativa, era la società Rainbow. Quando questa era pronta a trasferirsi al centro di Lumino, ecco il colpo di scena: “Senza preavviso, Scheurer informò il titolare che avrebbe incaricato un’altra ditta, appunto Argo 1, per “avere una seconda ditta per essere più flessibile” e che “Rainbow rimaneva partner adeguato” sia per Rivera, dove avrebbe continuato fino all’estate 2015 (come si vedrà più avanti, in extremis e contro le intenzioni originarie di Blotti e Scheurer che hanno tentato di esautorare Rainbow già a fine 2014) “sia per futuri centri” ”

 

Bertoli contesta in seguito l’inadeguatezza di Rainbow, sostenuta dai due ex alti funzionari. Inadeguata, invece secondo il perito era la Argo 1: “Già i primi due giorni di lavoro, il 29 e il 30 luglio 2014 - afferma - sono ravvisate dalla Polizia cantonale infrazioni alla normativa Lapis commesse al Centro di Lumino, poi sfociate nel decreto d’accusa a carico dell’allora responsabile amministrativo Della Santa”.

 

Bertoli, infine, demolisce anche l’ultimo caposaldo della difesa del DSS: il problema dei costi. Scrive il perito: “Scheurer ripetutamente ha affermato che la scelta di Argo 1 per l’attività iniziata il 29 luglio 2014 scaturiva tra l’altro da un’offerta spontaneamente presentatagli da Sansonetti a fine dicembre, poi specificato essere stato il 13 dicembre 2013, molto concorrenziale. Ma analizzando l’offerta Argo 1 emerge subito una distonia importante tra quanto presentato da Scheurer alla Sottocommissione controllo il 23 maggio 2017”.

 

L’ex funzionario, nel frattempo prepensionato, distribuì ai commissari del Gran Consiglio “un plico corposo, in affrancatura unica, dove le prime due pagine fronte-retro portano un’offerta (recte proposta) di OtenyS datata 24 luglio 2014 riferita al centro di Lumino e recante il costo di 35 franchi. La terza pagina del plico reca data 23 dicembre 2013 (con un appunto manoscritto “proposta del 2013”) e riferisce solo di una possibile messa in opera dal 1. gennaio 2014, senza indicazione di prezzi o località interessata. Le domande che sorgono sono preoccupanti: Scheurer ha volutamente lasciato intendere alla Sottocommissione che sin dal dicembre 2013 aveva un’offerta per 35 franchi? E perché mai allora avrebbe chiesto a Rainbow una riduzione da 48 a “solo” 43 franchi – del resto accettato da Rainbow stessa – già sapendo dei 35 franchi di Argo 1? E perché mai specifica che nel dicembre 2013 vi fu un’offerta verbale e poi produce “aggraffata” solo l’ultima pagina con quella data? E perché nega che Sansonetti sapesse dei tentativi al ribasso verso Rainbow, il che del resto, sarebbe stato anche comprensibile. Certo è che è crono-illogico sostenere che nel luglio 2014 si tenti di far ridurre il costo a Rainbow a “soli” 40 franchi quando già esisterebbe un’offerta del dicembre 2013 a quota 35. Inoltre non è credibile confermare (a seguito dei colloqui intercorsi) un’offerta a 43,50 a Rainbow quando appunto già si saprebbe che Argo 1 opererebbe per soli 35 franchi”.


In tutto questo, l'unica nota positiva è che il perito afferma che non sono emersi fatti corruttivi ma, come emerso nelle scorse settimane, Bertoli ipotizza il reato di infedeltà nella gestione pubblica. 

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