Merlani: "Non è detto che il virus sia risolto con l’estate, ma che appena torneremo al chiuso potrebbe ripartire. Attenzione fra i sintomi anche all'astenia"
BELLINZONA - Conferenza stampa quest'oggi a Bellinzona con il medico cantonale Giorgio Merlani, il presidente dell’Ordine dei medici del Cantone Ticino Franco Denti e Renato Pizolli, responsabile della comunicazione dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC).
Siamo entrati nella fase blu, con pochi contagi e pochi decessi. I tamponi rimangono comunque un centinaio al giorno e probabilmente continueranno, per monitorare il virus, per mesi e forse anche per anni.
Pizzolli: “In montagna in sicurezza”
“Ora il virus si vede in modo meno importante. Si può andare a fare passeggiate in montagna, nei rifugi, nelle capanne, e in tal senso invieremo dei volantini. Chiediamo comunque di uscire per escursioni solo se sta bene. Abbiamo notato che i mesi di chiusura forzata hanno fatto riscoprire la montagna anche a chi non ne era amante, per questo partiremo con una campagna che permetta di viverla in sicurezza”.
Merlani: “Attenzione anche all’astenia”
"Non c’è nessuna grande novità nell’ultima settimana, un caso negli ultimi 5 giorni, 16 ricoverati con un unico paziente in terapia intensiva, neanche lui intubato. L’ultimo decesso il 25 maggio. Questo il quadro riassuntivo. E i casi non ci sono non perché non testiamo, anzi chiediamo a chi ha sintomi di chiamare il proprio medico. I sintomi sono tosse isolata o sensazione di febbre, e soprattutto cambiamento del senso del gusto e dell’olfatto, e astenia”.
"Non ci sono attualmente malati in casa anziani".
“Il contact tracing continua. Oggi abbiamo 10 persone isolate e 9 loro contatti in quarantena. In media ci sono 1,6 contatti per persona nelle persone posta in isolamento. Un numero basso, ma calcoliamo che si va da chi ne avuti pochissimi a chi ne ha avuti una dozzina. Delle 91 persone che erano in quarantena, 9 sono risultate positive. Il 25% delle persone sono state contagiate nella stessa economia domestica, il 20% residente o personale impiegato ha contratto il virus in strutture nella terza età, un altro 20% negli ospedali e il restante non ha una spiegazione esatta dove può essere stato contagiato".
“È possibile che il virus sia stagionale, dunque legato al freddo. Non è detto che sia risolto con l’estate, ma che appena torneremo al chiuso potrebbe ripartire”.
“Ricordo di tener conto delle misure di sicurezza e di distanza”.
"Le parole di Zangrillo? Non saprei dire, è un virus che non muta in modo rapidissimo. Potrebbe essere una clonazione del virus, locale, che si replica in modo meno importante. In Ticino non mi è stato segnalato questo decorso. È pur vero che nelle ultime settimane i ricoveri si contano su una mano ed è difficile fare statistiche. Da tempo non ci sono persone intubate, per cui non possiamo sapere se il virus è realmente meno contagioso".
Denti: “Non dimentichiamo il ruolo dei medici di famiglia”
“Voglio parlare dell’attività dei medici in questo periodo: un sistema che funziona è fatto da ospedali e da medici di famiglia. L’ordine di Medici ha un compito stabilito dalla legge, ovvero garantire il picchetto medico e prendere le misure affinchè le condizioni sanitarie siano garantite. Dal 20 febbraio abbiamo proceduto al raddoppio dei medici di guardia medica, di notte 2 per picchetto, nei weekend anche lì in doppio. In collaborazione con le direzioni delle ambulanze, abbiamo messo un medico MCT, che ha permesso di fare il primo triage già in centrale”.
“L’attività del medici sul territorio è dimostrata da alcuni dati: le telefonate sono triplicate, le visite a domicilio quadruplicate. Almeno il 50% dei medici ha partecipato ai check. Abbiamo pagato anche noi il nostro pegno, con due medici deceduti e alcuni ricoverati per Coronavirus, di cui il più giovane, ora tornato a casa, ha 45 anni. i pazienti passati dal check point hanno tra i 50 e i 70 anni. Si è scelto di creare i check point perchè i medici che poi risultavano positivi avrebbero dovuto chiudere lo studio, come è successo nei casi citati. Molti pazienti avevano paura ad andare in studio medico, pensando di incrociare pazienti Covid, mandando questi ultimi ai check point davamo loro sicurezza".
“I medici hanno aiutato soprattutto a marzo e aprile a reggere allo tsunami. La Lombardia, a fianco a noi, ha pianificato centralizzando i pazienti sintomatici negli ospedali, il risultato si è visto in questi giorni: non c’è alcuna medicina di famiglia a fare da filtro, con ospedali intasati e fonte di contagio così come i pronto soccorso. Invito il sistema sanitario ticinese a tener conto di questa esperienza, salvaguardando le eccellenze ma tenendo in debito conto che il esso non è fatto solo dagli ospedali ma anche dai medici sul territorio”.
“Il progetto del tele monitoraggio è molto interessante, in collaborazione con Cardiocentro, la Hospice Home e l’ambulanza. Attraverso dei dati si monitora il paziente, un sistema che ha dato subito effetti positivi. Chi ha il Covid ed è a rischio viene monitorato in modo stretto, attraverso il controllo di parametri vitali come febbre, frequenza cardiaca, respiratoria e saturazione d’ossigeno. In caso di un repentino peggioramento dei parametri scatta un allarme, che va al medico curante e alla centrale del 144, consentendo dunque di intervenire. 47 medici hanno fatto questa esperienza con 72 pazienti, 5 di essi sono stati ricoverati a seguito degli allarmi. Il paziente positivo decide se vuole essere monitorato o no. Il dato che solitamente fa scattare il ricovero è la saturazione. Il monitoraggio dura cinque settimane, se va in ospedale viene seguito ancora per altre cinque settimane, a quel punto se non ha sintomi si ritiene guarito”.
“Ricordiamo che ci sono pazienti asintomatici, dunque il mio appello è usare assolutamente le mascherine. Altri fattori di rischio sono anche l’obesità e l’ipertensione”.