La canzone-inno dell'Inter è al centro di una disputa tra la società nerazzurra e la detentrice dei diritti Rosita Celentano. Risultato: a San Siro l'inno del "triplete" non suona più
MILANO - Negli ultimi giorni c'è un derby tutto di marca interista. Questa vota a scendere in campo non saranno Zanetti e compagni. Il match vede protagonisti i dirigenti neroazzurri e Rosita Celentano.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, dallo scorso 2 settembre l'inno che accompagnava l'entrata in campo della squadra di Stramaccioni, "Pazza Inter" ha lasciato il posto al brano prodotto da Elio di "Elio e le storie tese", "C'è solo Inter". Come mai? Rosita Celentano, che detiene i diritti del brano, dichiara alla Gazzeta: "Non conosco i motivi reali, ufficialmente nessuno ci ha detto nulla e la cosa mi rammarica. Di certo non siamo stati noi a impedire l’utilizzo della canzone allo stadio". Ma la versione dei dirigenti neroazzurri è diversa. Pare che la scelta di censurare "Pazza Inter" sia dovuta dall’irritazione conseguente a una richiesta economica, che dopo alcune trattative la società ha ritenuto di non accogliere, per lo sfruttamento dei diritti.
E in una partita dalle repliche e contro repliche la figlia del "Molleggiato" chiarisce sempre alla Gazzetta: "Sono molto dispiaciuta che i dirigenti dell'Inter stiano divulgando false notizie riguardo a mie ipotetiche, inopportune richieste economiche. Quello che sto chiedendo dal 2003 - spiega Rosita Celentano - è il pagamento di quanto previsto dalla legge e da sfruttamenti pubblicitari non autorizzati. Esattamente come l'Inter ha chiesto a me il pagamento dei diritti per l'utilizzo del suo marchio e dell'ologramma. Io per prima sono sorpresa e dispiaciuta della decisione improvvisa dell'Inter di sostituire "Pazza Inter" con il vecchio Inno per normali e correnti questioni economiche, senza nemmeno considerare le preferenze dei tifosi".