È una delle accuse mosse dal procuratore generale John Noseda all'ex responsabile marketing del Casinò di Lugano, in carcere da ottobre insieme al re della movida "Tito" Bravo Moron
LUGANO – Per ottenere il permesso di dimora in Ticino ha presentato un falso certificato di lavoro individuale alle dipendenze di una società di Lugano. È una delle accuse mosse dal procuratore generale John Noseda all’ex responsabile marketing del Casinò di Lugano Paolo Guarnieri, in carcere da ottobre per lo scandalo del Nyx. Lo scrive il Caffè ricostruendo alcuni fatti accertati dal Ministero pubblico durante la lunga e meticolosa inchiesta su Guarnieri (47 anni) e Hector Bravo Moron (45), detto Tito, il peruviano che per anni è stato il re della movida luganese.
Bravo Moron è accusato di correità in sequestro di persona, correità in lesioni intenzionali semplici e correità in omissione di soccorso; inoltre egli dovrà rispondere dei reati di favoreggiamento, ripetuta amministrazione infedele aggravata, ripetuta falsità in documenti, ripetuta bancarotta fraudolenta.
Per Guarnieri l'accusa è di ripetuta truffa, ripetuta falsità in documenti e inganno nei confronti delle Autorità. Reato che si riferisce, appunto, al falso certificato di lavoro.
In correità fra loro, i due dovranno inoltre rispondere di favoreggiamento, ripetuta amministrazione infedele aggravata, bancarotta fraudolenta, ripetuta truffa consumata e tentata, ripetuta falsità in documenti.
Quest’ultimo reato, spiega il Caffè, si riferisce nel caso di Guarnieri a false fatture che l’ex responsabile marketing ha consegnato al Casinò intestate a società italiane. Fatture che gli sono state rimborsate dalla casa da gioco. Le società in questione sono la Luxury Rent e la Luxurigame, che hanno in sostanza ripreso l’attività della Circle Club, per il cui fallimento Guarnieri era finito nei guai in Italia. Le società offrivano auto e yacht a chi voleva vivere nel lusso una "settimana da leoni".
Poi, oltre alle accuse di violenza, relative ad alcuni episodi, ci sono le malversazioni più importanti: in un anno e mezzo avrebbero “destinato a scopi personali” parte degli incassi del Nyx senza contabilizzarli per un importo complessivo (già ampiamente anticipato da liberatv nelle prime settimane di inchiesta) di quattro milioni di franchi.