Le parole del Pontefice sugli omosessuali riaprono il dibattito all'interno del Mondo cattolico. Ecco cosa ne pensano Jelmini, Don Feliciani, Morisoli e Mésoniat
CITTÀ DEL VATICANO/ LUGANO - La frase pronunciata da Papa Francesco durante l'intervista concessa ai giornalisti delle stampa internazionale sull'aereo che dal Brasile lo riportava a Roma, si è conquistata in un batter d'occhio l'apertura di giornali, televisioni, radio e portali. D'altra parte sentir dire da un Papa "ma chi sono i per giudicare un gay?" non capita tutti i giorni. E in quello poche parole c'è il titolo perfetto per ogni giornale.
Poi oltre al titolo, oltre a quella frase, c'è un concetto, un discorso, più elaborato. Questo, che riportiamo per esteso: "Si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta d’identità, in Vaticano. Dicono che ce ne siano. Ma si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Se è lobby, non tutte sono buone. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte. Il problema non è avere queste tendenze, sono fratelli, il problema è fare lobby: di questa tendenza o d'affari, lobby dei politici, lobby dei massoni, tante lobby...questo è il problema più grave".
Queste le parole esatte pronunciate da Papa Bergoglio. Che tuttavia nulla tolgono alla sorpresa di ascoltare un Papa esprimersi in termini tanto chiari. Anche perché, alla maggioranza delle persone, e tra loro molti credenti, che hanno ascoltato molto probabilmente di sfuggita il Pontefice, la frase rimasta impressa e che si candida di diritto ad entrare nelle frasi storiche del papato di Francesco, è sempre quella: "ma chi sono i per giudicare un gay?".
Su questo abbiamo chiesto una riflessione ad alcuni esponenti del mondo cattolico ticinese.
Giovanni Jelmini (presidente PPD): "Ho sempre combattuto la lobby gay"
"Non posso che condividere le parole di Papa Francesco, sia per quanto concerne il fatto di non giudicare sia per la ferma condanna delle lobby. Ho sempre cercato di combattere la lobby gay soprattutto nell'ambito delle richieste, per me contro natura, di adozione di bambini per le coppie omosessuali. Diciamo che sono concetti condivisi da tempo nella Chiesa ma che questo Papa riesce a esprimere con molta più semplicità e comprensione".
Don Gianfranco Feliciani (parroco Chiasso): "Sono felice: Papa Francesco ci restituisce il Vangelo"
"Sono molto contento che Papa Francesco usi questo linguaggio ed esprima questi concetti, che però vanno intesi in senso non moralistico, perché il Santo Padre non entro nel giudizio morale. Mette l'accento sulla fede. Dice che bisogna accogliere tutti. Questo Papa ci sta riconsegnando il Vangelo. E il Vangelo non dà patenti di moralità a nessuno. È l'invito a cercare Gesù e fare del suo amore lo scopo della nostra vita. Ha detto bene: chi sono io per giudicare una persona gay? Ognuno ha il suo rapporto con Dio…poi la morale non è la stessa cosa della fede. Le parole del Papa possono per alcuni avere rappresentato anche uno shock, ma non perché il Pontefice ha esagerato, ma perché si era esagerato in passato con le censure moralistiche. È vero che la Bibbia condanna l'omosessualità ma è vero anche che benedice la poligamia, che non mi sembra proprio una buona cosa. E allora bisogna capire che questi atteggiamenti risentano della storia, e dunque il contesto modifica il giudizio morale. L'importante sono i valori profondi del Vangelo, quelli non sono mai cambiati e non cambieranno mai".
Sergio Morisoli (presidente Arealiberale): "Fa bene a parlare così"
"Il Papa ha capito il momento, dice le cose come stanno, e fa bene. La Chiesa non ha mai condannato l'omosessualità in sé, ma i rapporti omosessuali, allo stesso modo di condanna quelli eterosessuali fuori dal matrimonio. Rispetto e carità per chi è omosessuale, dunque. Il cattolico deve fare molta attenzione a non discriminare nessuno. Poi non bisogna travisare quello che dice il Papa: non ha fatto una lode ai gay né ha detto che le coppie omosessuali sono uguali a quelle etero. Chi esulta ogni volta che parla tante volte ascolta solo quello che vuole sentire. In ogni caso Papa Francesco fa delle cose che avvicinano la gente alla Chiesa al posto che allontanarla, e questo è un bene. Però resta sempre il Papa, ovvero il titolare della dottrina cattolica, che non mi pare sia stata da lui modificata".
Claudio Mésoniat (Diretto del GdP): "Totale sintonia"
"Io sono totalmente d'accordo con il Papa e il Papa è totalmente d'accordo con il catechismo della Chiesa cattolica".