CRONACA
Pino Casagrande, il veggente di Scarpapè: "Guardate queste foto: ecco la Madonna, e qui Gesù"
Il racconto di un'apparizione sulla collina di Giubiasco e dell'incontro nella sua casa di Borgosesia, dove il "fotografo dell'invisibile" mostrava decine di Polaroid con immagini sacre.

di Marco Bazzi

GIUBIASCO - Stava in piedi, con le mani giunte, gli occhi chiusi e lo sguardo rivolto al cielo. Attorno a lui, nel praticello di fronte alla chiesetta della Madonna degli Angeli, c’era un religioso silenzio. Poi, Pino Casagrande fu preso da un fremito e cadde in ginocchio, rigido, come in preda a un'estasi. Puntualmente, come ogni 13 del mese, gli era apparsa la Madonna. Restò in quella posizione per qualche minuto, giusto il tempo di ricevere il messaggio mariano, tra meraviglia, devozione e scetticismo degli astanti.

Si definiva veggente, profeta e fotografo dell’invisibile. Il 13 agosto del 1988, venticinque anni fa domani, raccontò per la prima volta di aver visto la Madonna, e di aver parlato con lei, nei boschi di Scarpapè, frazioncina appena sopra Giubiasco. Il luogo divenne in men che non si dica meta di pellegrinaggi, perché da quel giorno Pino Casagrande, da Borgosesia, vi tornò ogni 13 del mese. La Vergine gli appariva puntualmente alle 13,13.

Ancora oggi la prima apparizione viene ricordata ogni 13 del mese a Bellinzona, con la celebrazione dell’eucarestia, nella chiesa di San Giovanni. I messaggi che la Vergine affidava a Casagrande facevano parte del classico campionario del visionarismo religioso. Tipo: “Imparate a dare il vostro cuore a Dio; siamo ormai prossimi ai tempi di Giovanni; pregate...”. I tempi di Giovanni indicavano evidentemente l’Apocalisse.

Assistetti a una sua estasi, credo nell’89, ma lavorando allora per il Giornale del Popolo, non ebbi la possibilità di raccontarla. Il vescovo Eugenio Corecco era già in rotta di collisione con il veggente piemontese, anche perché sulla collina di Giubiasco avevano iniziato ad arrivare bus di pellegrini da ogni dove. E su Casagrande, la linea la dettava ovviamente la Curia. Con grande prudenza e distacco. Provai a proporre la cronaca dell’apparizione, ma al Giornale il tema era tabù.

Però quel personaggio era curioso. Così, insieme al collega Lillo Alaimo, che allora lavorava all’Eco di Locarno, andai a trovarlo a casa sua, a Borgosesia, dove prima di andare in pensione faceva il disegnatore in una delle tante aziende tessili della zona. Allora aveva circa 65 anni e ricordo che ci accolse in un appartamento popolare, dalle stanze anguste, pieno di cianfrusaglie e di immagini sacre. Nemmeno di quell’incontro, ovviamente, ebbi il permesso di scrivere qualcosa.

Pino Casagrande ci mostrò le sue foto, le mise sul tavolo del salotto e disse: “Guardatele bene, vedete, qui c’è la Vergine Maria, qui Gesù. Prendete la lente, guardate... si vede anche la corona di spine?”. Decine di Polaroid. Perché le foto a Cristo e alla Madonna venivano solo usando quella macchina. E così c’era anche la prova, raccontava Casagrande, che non c’erano state manipolazione da parte sua. Che quel che si vedeva era esattamente quel che aveva visto lui, fotografo dell’invisibile.

Alcune fotografie (come quella che correda questo articolo) sembravano quadri o disegni, alcune erano nitide, altre sfuocate, con i contorni dei volti scri appena accennati. Ma, ciarlatano o mistico che fosse, tra foto, messaggi e apparizioni, Casagrande era riuscito in quegli anni a conquistarsi un buon pubblico di fedeli, più o meno creduloni, e a dar filo da torcere alle autorità religiose che, almeno ufficialmente, non l'hanno mai creduto.

I giornali lo definirono “globetrotter delle visioni”, perché la Madonna gli appariva in svariate località, a giorni fissi, dal Bergamasco al Piacentino, e non soltanto a Scarpapè. Oggi Casagrande ha 87 anni, e l’anno scorso, intervistato dal Corriere del Ticino, sostenne di avere "i segni di Padre Pio", cioè le stigmate, e di aver informato del miracolo la Curia di Novara e il Vaticano. Ma alle autorità religiose italiane non risultava nulla. Eppure, ancora oggi, il veggente di Borgosesia fa parlare di sé.

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