POLITICA E POTERE
Cassa malati, le ricette di Lega e PS. Tre domande a Bruno Cereghetti
L'esperto analizza le due iniziative per ridurre l'impatto dei premi sulle tasche dei cittadini. E sulla giravolta del Centro per cancellare i sussidi dice che...
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La premessa di Bruno Cereghetti

"Le iniziative del PS e della Lega si prestano a una considerazione comune. Ambedue partono da premesse ideali certamente valide: mirano al problema drammatico dell’erosione del potere d’acquisto, soprattutto per il ceto medio, dovuto all’aumento esponenziale dei premi dell’assicurazione malattie obbligatoria. E ambedue hanno tre punti in comune. Il primo: contengono imperfezioni tecniche, anche importanti, nella loro struttura. Il secondo: sono collocate nel contesto sbagliato, quello cantonale, mentre la questione deve assolutamente essere affrontata e risolta alla radice, ossia sul piano federale. Il terzo: per i governi federale e cantonale quello dell’adeguamento dell’aiuto al pagamento dei premi LAMal non è un problema, punto e basta.

Veniamo al Cantone. Sinceramente appaiono coccodrillesche le lagnanze feroci al momento di prendere atto dell’aumento annuale dei premi. Perché lacrime di coccodrillo? Perché dietro le quinte si sta già operando sui tagli ai sussidi per far quadrare i conti dello Stato. La realtà è stata dirompente con il Preventivo 2024 e il medesimo scenario si è ripetuto con quello del 2025, ancorchè di dimensioni minori, ma non meno dolorose. Questo, perché il Governo non vuole affrontare con la necessaria serietà politica il problema della definizione delle priorità in una società che è cambiata rispetto agli anni 70 del millennio scorso. Lo stesso vale anche per il Governo federale. Emblematico, al riguardo di questa mentalità per me surreale, è il discorso del PLR locale, dove a imperare è la divisa “tutti devono fare sacrifici”, da cui la formula della “simmetria dei sacrifici”, dove tra i sacrificati non si fa distinzione tra chi deve recarsi al Tavolino magico perché non riesce a mangiare e chi, tapino, si lamenta perché non può andare a sciare nel copioso tempo libero perché lo Stato non sussidia a sufficienza gli impianti di risalita, con la conseguenza che il prezzo delle diarie è elevato. Che è poi lo stesso spirito manifestato in Parlamento da PLRT, Lega e Centro, che con il preventivo 2025 hanno approvato i tagli dei sussidi LAMal. Con oltre tutto l’inverecondia di far passare questa socialmente inaccettabile via come “ottimizzazione del meccanismo”. Oppure che “in Ticino con i sussidi LAMal siamo già più generosi di altri Cantoni”. Il che mi riporta alla mente la storiaccia del servo che, dopo aver ricevuto cinque tremende legnate su cranio dal padrone, tutto intontito e sanguinolento ringrazia il padrone e gli bacia le mani. Interrogato dai passanti scioccati dal gesto di ossequio, il servo risponde: ma gli altri giorni me ne dà dieci".

Non tira aria diversa in Consiglio federale. Allora non resta che rimpiangere la lungimiranza di Flavio Cotti quando, all’inizio degli anni 90, prima dell’entrata in vigore della LAMal, per far fronte all’aumento dei premi dell’assicurazione malattie ha varato diversi Decreti federali urgenti. Un toccasana anche per il Ticino".

Cosa pensa dell'iniziativa della Lega per dedurre i premi dalle imposte?
"Di principio è giusta. Il premio LAMal è una spesa obbligatoria, quindi da un punto di vista concettuale è legittimo che possa essere dedotto integralmente. E gli effetti toccherebbero in particolare il ceto medio, oggi particolarmente tartassato dai premi LAMal. L’imperfezione tecnica si trova sotto il profilo pratico. Si applicherebbe infatti a un Cantone, il Ticino, che già prevede le deduzioni fiscali per i premi assicurativi più alte in assoluto in un confronto intercantonale. Con l’accoglimento dell’iniziativa il tetto massimo di deduzione salirebbe quasi al doppio rispetto al secondo Cantone munifico (Vaud)".

Cosa pensa dell'iniziativa del PS che chiede che i premi di cassa malati non superino il 10% del reddito?
Tanto bella sulla carta, quanto irrealistica negli effetti. Il costo cantonale supererebbe i 300 milioni di franchi. Trascinerebbe un aumento delle imposte. E questo sarebbe un vero disastro per il ceto medio, che riceverebbe i sussidi con la mano sociale e allo stesso tempo sarebbe penalizzato dalla mano fiscale. L’imperfezione tecnica risiede poi nel fatto che si rifà al così detto (in modo sedicente) reddito disponibile cantonale, che dal vero concetto di reddito disponibile è distante mille miglia. Prova ne sia che a livello di messaggio governativo è definito come “reddito disponibile semplificato”. Si tratta di una collazione di dati, vecchi di tre anni, presi dalla banca dati fiscale, e assemblati a partire da regole ad hoc, mutate nel tempo per mera convenienza di risparmio (idem per il premio di riferimento, ritoccato nel tempo per puro calcolo di risparmio). Ora un reddito è “disponibile” se si riferisce al concetto canonico, o non lo è. E per il Ticino non lo è. Come già ebbi a dire, sarebbe come definire una Opel … una Ferrari semplificata. Meglio tornare alle origini della LAMal (Messaggio), che anche richiamava un tetto massimo percentuale, ma rapportato al reddito imponibile dell’imposta federale diretta. Che è un parametro scientificamente più serio del reddito disponibile ticinese".

Cosa pensa della giravolta del Centro che, dopo averlo approvato in sede di preventivo, chiede che il Parlamento faccia retromarcia sul taglio dei sussidi di cassa malati?
"Una manovra benvenuta e da salutare positivamente. Si spera che possa essere seguito anche dalla Lega, se veramente l’anima sociale del movimento esiste ancora davvero. E una resipiscenza PLRT? Si può sperare, ma con i venti che corrono rischia di essere … una chimera".

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