I commenti pubblicati sul sito e su Facebook in relazione al dibattito sul burqua sono stati giudicati lesivi della personalità dell'avvocato
LUGANO - Il pretore di Lugano Francesco Trezzini ha ordinato a Boris Bignasca e alla Meutel 2000 Sa la cancellazione immediata da Facebook e dal sito Mattinonline, nonché da ogni archivio e sito informatico collegato, di “tutti i commenti lesivi della personalità di Paolo Bernasconi”. Lo scrive oggi LaRegione.
In caso di mancato rispetto dell’ordine scatterà una multa. La sentenza, con cui Trezzini ha accolto parzialmente l’istanza di provvedimento supercautelare formulata dall’avvocato luganese, risale a un paio di giorni fa. Bernasconi si era rivolto alla Pretura ritenendo lesi la propria personalità e il proprio onore da commenti – “contenenti apprezzamenti denigratori”, si legge nell’istanza dell’avvocato – pubblicati sul sito internet di Facebook nel profilo del Mattinonline. Commenti pubblicati in seguito alla partecipazione di Bernasconi a un dibattito pubblico sul burqa, tenutosi il 12 settembre a Lugano.
Quando il 10 settembre “si è scatenata la prima ondata”, annota Bernasconi nell’istanza, “il sottoscritto nemmeno si era mai pronunciato sulla questione del burqa. L’ondata di contumelie è stata innescata semplicemente dalla comunicazione secondo cui il sottoscritto avrebbe partecipato alla serata-dibattito”. Scrive ancora Bernasconi: “Il sottoscritto non si è mai pronunciato a favore del porto del burqa e men che meno a favore dei matrimoni forzati con minorenni”. Terza puntualizzazione: “Il sottocritto si è limitato a sostenere, come fatto anche da Amnesty International e da Human Rights Watch, che il divieto del burqa, specialmente in un Paese come il Canton Ticino, in cui le donne che portano il burqa sono rarissime, non legittima una limitazione dei diritti individuali, da ancorare nella Costituzione o nella legge”.