Il presidente del giovani UDC: "Vogliamo sfatare la diceria, sostenuta anche da altri imprenditori, che i ticinesi sono un popolo di fannulloni"
MENDRISIO - "Siamo già a quota 67 e le candidature continuano ad arrivare - dice il presidente dei giuvani UDC Alain Bühler -. Anzi, rinnoviamo l’invito a tutti coloro che per formazione o esperienza vorrebbero lavorare al FoxTown a scriverci all'indirizzo mail gudc.ti@gmail.com".
L'iniziativa lanciata ieri, in risposta alle dichiarazioni del patron del FoxTown, Silvio Tarchini (leggi l'articolo allegato) sembra dunque riscuotere successo e adesioni.
“L’iniziativa è stata lanciata per ribaltare le dichiarazioni di Tarchini - aggiunge Bühler - che ha poi riformulato le sue affermazioni sul vostro portale, dopo aver forse capito la malparata. Noi vogliamo dimostrare che di ticinesi disponibili a lavorare al FoxTown ce ne sono. Ma soprattutto spazzare via la diceria, che, badiamo bene, non è solo sostenuta da Tarchini ma anche da altri imprenditori, secondo la quale i ticinesi sono un popolo di fannulloni, che vuole il lavoro sotto casa e non è disposto a spostarsi. Se poi la nostra iniziativa porterà ad assunzioni di ticinesi nell'outlet di Mendrisio, non potremo che esserne felici. Fondamentale però è chiarire finalmente la situazione: perché al Fox Town l’80% degli impiegati proviene da oltre confine? Quando, ripeto, conosco persone, provviste anche di attestati di vendita e quindi con un curriculum adatto al tipo di impiego, che hanno inviato la propria candidatura e non hanno mai ricevuto risposta. E questa è la realtà che ci segnalano anche molti di quelli che ci stanno scrivendo ora. Se non è una questione di stipendi e dumping, allora il sospetto è che preferiscano manodopera frontaliera, forse proprio perché gli stessi gerenti dei negozi sono italiani. Casi simili si sono già sentiti".
Una volta raccolte le candidature, conclude il presidente dei giovani UDC, "ci organizzeremo per incontrare Tarchini e consegnargli personalmente i curricula e poi continueremo a monitorare la situazione. Per il momento abbiamo cominciato a contattare quanti ci hanno scritto per avvisarli su come procederemo e per controllare che siano tutti realmente residenti in Ticino. Inoltre abbiamo già chiesto loro di farci sapere se riceveranno o meno una risposta, se verranno chiamati per dei colloqui, quali proposte saranno fatte loro e se saranno assunti. È un impegno che procederà quindi nel tempo. E noi non intendiamo mollare".