In procura i retroscena della trattativa tre il capo degli ultras del Napoli Gennaro De Tommaso e la società prima dell'inizio della finale di Coppa Fiorentina-Napoli
NAPOLI - La finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina è potuta iniziare grazie a una trattativa con il capo della curva partenopea, Gennaro De Tommaso. Lo conferma un verbale indirizzato alla Procura di Roma. Genny 'A carogna, riportano i giornali italiani, dopo la garanzie fornite da Hamsik sull'assenza di morti fuori dallo stadio, replica: "Se ci metti la faccia tu ce la metto anch'io. Tanto sappiamo chi siamo e dove siamo".
Chiedersi cosa ci faccia ancora allo stadio un energumeno del genere è una domanda che in una realtà come Napoli sarebbe inutile porsi.
Come racconta 'La Repubblica', Hamsik non era granché d'accordo sull'ipotesi di affrontare il capo dei Mastiffs. Ma di fronte all'ipotesi prospettata alla società da Polizia e Federazione era impossibile tirarsi indietro. Serviva che qualcuno della squadra tranquillizzasse la curva su quanto accaduto fuori dallo stadio, spazzando via le voci insistenti sulla presenza di un morto. Iniziare la partita era un passaggio cruciale per impedire che la situazione degenerasse a livello di ordine pubblico.
Ecco dunque che Hamsik, accompagnato dagli agenti, da un dirigente del Napoli e dall'ispettore della Federcalcio (che prenderà nota del "confronto") si presenta da Genny 'a carogna: "Con un tifoso morto non avremmo mai giocato - dice il giocatore - ma ci hanno assicurato che non è così". De Tommaso non si fida, lo invita a non credere alle "menzogne degli sbirri": "Non ci prendete in giro, l'hanno ammazzato". Ma Hamsik insiste: "Ci sto mettendo la faccia. Ci sono due feriti, e non sono gravi. E non è una questione di ultras, l'aggressione è avvenuta per altri motivi". 'A carogna desiste: "Va bene. Se ci metti la faccia tu ce la metto anche io. Tanto tutti sappiamo chi siamo e dove siamo...". Poi fa il pollice alto alla curva, si può cominciare. La Federazione italiana di calcio e la magistratura dovranno ora chiarire se il Napoli ha violato il codice sportivo, piegandosi "a un'illegittima pretesa e legittimando un comportamento violento, intimidatorio e aggressivo".