Una decina i capi d’accusa di cui dovrà rispondere l’ex direttore del postribolo, tra cui la tentata coazione ai danni di Michele Barra e la tentata truffa alla cassa disoccupazione dell’OCST. Se ritenuto colpevole, rischia una condanna fino a 5 anni
BELLINZONA – Da domani al via il processo contro Luigi Girardi. L’ex direttore del Lumino’s comparirà infatti martedì di fronte alla Corte delle Assise criminali di Bellinzona (in Lugano) per rispondere di una decina di reati tra cui la tentata coazione ai danni dell’allora direttore del Dipartimento del territorio Michele Barra.
Girardi, come riporta il Corriere del Ticino, sarà difeso dagli avvocati Filippo Gianoni ed Elio Brunetti, mentre l'accusa sarà sostenuta dal sostituto procuratore generale Antonio Perugini. La corte sarà invece presieduta dal giudice Mauro Ermani (affiancato da Amos Pagnamenta e Manuela Frequin Taminelli). Al processo non verrà ascoltato nessun teste. Se la corte lo riterrà colpevole, Girardi, che ha sempre sostenuto di esser capro espiatorio di tutta la vicenda e vittima di “una grave ingiustizia, come ha più volte dichiarato, rischia una condanna fino a cinque anni di carcere.
Dal 27 gennaio Girardi, in carcere dallo scorso 7 ottobre, si trova alla Stampa in espiazione anticipata della pena. Oltre alla tentata coazione, dovrà rispondere dell’accusa di sfruttamento di atti sessuali e promovimento della prostituzione (che gli avrebbe fruttato, dal 2010 al luglio 2013, almeno 3 milioni, in parte non dichiarati al fisco); di ripetuta violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa d'immagini e impedimenti di atti dell'autorità; nonché della tentata truffa alla cassa disoccupazione dell’OCST. Girardi, ricordiamo, aveva cercato di ottenere l’indennizzo massimo, pari a 10'500, dichiarando di percepire uno stipendio di 16'500 franchi al mese.