Nel lungo necrologio comparso venerdì su LaRegione tutta la tristezza e l’amarezza dei colleghi per la tragica morte della dottoressa Jancikova, con un passaggio impressionante in cui vi è un chiaro riferimento a quanto l'ha portata alla scelta estrema
LOCARNO – Un lungo necrologio, un’intera pagina presa su LaRegione di venerdì dai colleghi della Clinica Santa Chiara per dare il loro addio alla dottoressa Barbora Jancikova, medico pediatra specializzata in neonatologia recentemente scomparsa. Un annuncio in cui sono palpabili la tristezza, lo sconforto e l’amarezza di fronte a questa tragica morte (vedi gallery).
Un annuncio anche impressionante per quel passaggio in cui vi è un chiaro riferimento ai fatti che hanno portato alla scelta estrema di questa donna ricordata con affetto e ammirazione per la sua personalità e la sua grande esperienza professionale: “Tutti noi siamo addolorati per non averTi saputo restituire quella sicurezza e serenità che ci regalavi senza mai preoccuparti di te stessa, e che tutti abbiamo ricevuto come un dono che forse non abbiamo meritato. Abbiamo cercato, questo sì, di rassicurarti e darti fiducia nel futuro, ma tentare non era abbastanza e non lo abbiamo capito. Perché tu sorridevi, sorridevi sempre, e rispondevi sempre presente alle nostre richieste di aiuto. Anche quando il futuro, che altri ti avevano dipinto come plumbeo, ti soffocava. Hai incrociato la strada della cattiveria e della meschinità allo stato più puro, quello che quando colpisce fa davvero male. E noi, il tuo grido silente non l’abbiamo sentito. Era troppo lontana l’idea che qualcuno potesse volerti male, e non abbiamo reagito come avremmo dovuto. Siamo arrivati tardi, tu te ne eri già andata”.
La tragica scomparsa della dottoressa Jancikova si inserisce in un momento molto delicato, contraddistinto dalla ripianificazione ospedaliera che vorrebbe il polo del Locarnese unificato e secondario rispetto a quelli di Bellinzona e Lugano. La donna, spiega la dottoressa Daniela Soldati, membro del CdA della Clinica, nei brevi commenti rilasciati ai media, era stata convinta, subendo pressioni esterne alla Clinica, che avrebbe perso presto il lavoro perché la Clinica era sulla via della chiusura.
A nulla sono valse le rassicurazioni dei colleghi e alla dottoressa Soldati, come dichiarato anche ai microfoni della RSI, preme ricordare che il Ticino ha perso la neonatologa con più esperienza che avesse mai avuto (la donna, prima di approdare nel 2006 a Locarno, era primario di un grande ospedale a Praga, dove si facevano 3mila parti all’anno) e questo “per l’agire inconsiderato di determinate persone. Questo è l’unico comunicato ufficiale per il momento”.
Ma, ha aggiunto Soldati, i vertici della Clinica intendono valutare con i propri legali e le autorità competenti ulteriori passi e prese di posizione.