MILANO - "Masterchef sono io. Quelli in tv sono a malapena degli chef". Gualtiero Marchesi ne ha per tutti e ne dice di tutti i colori. Il padre della cucina italiana moderna, maestro di molti tra gli chef oggi più conosciuti, Carlo Cracco in primis, mena fendenti a destra e a manca non risparmiando nessuno.Marchesi si è concesso ai microfoni di Panorma che lo ha intervistato in occasione della sua nuova trasmissione televisiva che andrà in onda su Canale 5. Il che, va sottolineato, getta sulle sue critiche un'ombra di faziosità o quantomeno un palese conflitto di interesse. A questo aggiungeteci la piena consapevolezza di Marchesi di essere la Storia vivente della cucina italiana. E il resto vien da sé...“Posso dirla brutalmente? Guardando Masterchef s’imparano le cagate. Non si cerca l’essenza, la qualità, la materia. Bisogna esaltare la materia, non se stessi. Non sopporto che le persone vengano obbligate a fare le creative a oltranza, a produrre vaccate“, afferma lo Chef a proposito del talent culinario che più successo ha avuto in Italia. Dopodiché stronca quello che attualmente viene ritenuto il miglior cuoco italiano: il tristellato Massimo Bottura: “Bisogna vedere come vengono fatte queste classifiche (50 Best Restaurants). Basti pensare che Bottura è sempre tra i primi tre. Un amico che è appena stato all’Osteria Francescana mi ha fatto veder una serie di piatti, e non ci ho capito niente. I miei cuochi ci sono andati, e a loro non è piaciuto“. Altra affermazione che farà discutere è quella che il Maestro dedica al vino: “A Erbusco non facevo uscire le pietanze finché i camerieri non avevano fatto sparire i bicchieri. Al limite permettevo di servirlo in modo che non disturbasse, tra una portata e l’altra. Non tocco alcol da 17 anni, che devo fare, il vino mi fa schifo“.Un passaggio dell'intervista a Panorama, l'85enne Marchesi, lo dedica alla passione per le donne: “Colgo l’occasione: se mi piacciono, faccio il filo e gliela tiro. Se non va, pazienza. Non mi piacciono proprio giovani, eh. Quello che capita: quaranta, cinquanta. Le stuzzico, poi sono simpatico, carino, ci so fare. Non le porto al cinema, le porto a letto“.Infine, un'unica carezza ad un collega: “Il mio erede? Paolo Lopriore, l’unico genio. Poi ci sono quelli che hanno lavorato bene: Oldani, Cracco, Berton, tutta gente che fa cucina con passione e intelligenza, ma lui merita qualcosa in più. Quando lavoravamo insieme eravamo fusi, non si capiva più cosa fosse mio e cosa suo. Aprirà un locale a Como, voglio andarci“.