CRONACA
Il Dipartimento del territorio: "I campi da golf in Ticino bastano. E semmai ci sono quelli italiani...". Ma la Federazione non ci sta e protesta: "Così si chiude la porta alla nascita di nuovi green"
Luca Allidi: "Inserire la possibilità di costruire un campo da golf non significa automaticamente realizzarlo, ma non contemplare nemmeno la possibilità di avere nuovi impianti è un freno allo sviluppo"
BELLINZONA - Il Dipartimento del territorio ha recentemente proposto la modifica di una scheda del Piano direttore cantonale, che contiene un capitolo dedicato alla pianificazione di nuovi campi da golf. Secondo il Cantone, “non si giustifica  una pianificazione cantonale attiva di impianti golfistici sul territorio ticinese. In Ticino appare soddisfatto il fabbisogno di campi per il golf. In Svizzera interna e, soprattutto in Nord Italia, l’offerta di impianti golfistici è abbondante, variegata e facilmente accessibile per i golfisti ticinesi".

Insomma, se lo spazio in Ticino si esaurisse si può sempre andare a giocare in Italia (come del resto fanno già molti appassionati ticinesi). L’orientamento del Dipartimento, come scrive oggi il Caffè, non è però condivisa dalla Federazione golf Ticino, che alla fine di giugno ha manifestato la sua preoccupazione per le ricadute turistiche, economiche e sportive di quella decisione.

Secondo i golfisti, infatti, rinunciando ad una pianificazione operativa su scala cantonale - demandando, quindi, ogni decisione ai piani regolatori comunali -,  si chiude, di fatto, la porta a nuovi campi da golf in Ticino. Perché, si osserva nella lettera indirizzata alla Sezione dello sviluppo territoriale "un campo da golf necessita di superfici estremamente vaste, ha un’incidenza territoriale molto importante e si pone fatalmente in rapporto critico e di concorrenza con altri tipi di utilizzazione del territorio".

Insomma, senza un coordinamento cantonale, diventa impossibile progettare un nuovo impianto. "Uno strumento come il Piano direttore traccia le strategie per lo sviluppo del territorio – ha dichiarato al Caffè Luca Allidi, vice presidente dell’Associazione svizzera di golf -. Inserire la possibilità di costruire un campo da golf non significa automaticamente realizzarlo, ma non contemplare nemmeno la possibilità di avere nuovi impianti è un freno allo sviluppo. Un blocco strategico anche in prospettiva".

Rispetto ad altri cantoni a vocazione ampiamente turistica come Vallese e Grigioni, la disponibilità di campi in Ticino è estremamente limitata. Si parla di tre impianti contro i 10-11 vallesani e grigionesi. "È vero che l’evoluzione degli ultimi anni vede una certa fase di assestamento nel numero di giocatori svizzeri dopo una crescita importante – ha aggiunto Allidi -, ma le prospettive sono positive. Basti pensare al fatto che il golf tornerà alle Olimpiadi proprio a Rio ad inizio agosto, dopo 120 anni di assenza. Senza dimenticare la campagna pluriennale promossa proprio dalla Federazione nazionale per far crescere il numero di giocatori verso quota 100mila in Svizzera entro il 2020. O la Ryder Cup, la storica gara tra Europa e Stati Uniti, che si disputerà nel 2022 per la prima volta in Italia. Ci sono, insomma, ottimi motivi per credere in queste prospettive, senza dimenticare i circa 25 milioni di turisti del golf che popolano i campi in tutta Europa. Non inserire possibili nuovi campi nel Piano direttore è una mossa anticiclica in questo momento".

Secondo la Federazione ticinese, in un cantone a forte vocazione turistica come il Ticino, i campi da golf rappresentano “una importante risorsa, un potenziale di domanda che, a medio termine, giustificherà senza dubbio un potenziamento dell’offerta delle strutture. Senza dire che quello del golfista è notoriamente un target molto interessante anche sotto il profilo delle ricadute e dell’indotto economico".

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