CRONACA
Igor Nastic racconta Malù Cortesi: "Dialoghi tra libertà e sofferenza. Tra rosa e nero. In bicicletta lungo le strade del mondo e in mostra a Brissago"
L'Ironman triatleta descrive a Liberatv il suo incontro con l'artista locarnese: "Frammenti di strade, cicatrici presenti sull’asfalto, parcelle di strisce pedonali che Malù ha fotografato in movimento nella sua memoria di artista-viaggiatore impegnato a raggiungere in bicicletta paesi distanti migliaia di chilometri: Santiago de Compostela, San Pietroburgo, Istanbul"

di Igor Nastic
 

Fino al 12 novembre la galleria Amici dell’Arte di Brissago espone le opere di Malù Cortesi, artista, educatore e appassionato di viaggi in bicicletta. 

 

Appena entrati in galleria Malù ci accoglie con Olmo, cane felicemente “anarchico” perennemente sguinzagliato. Il primo impatto con le opere suggerisce una forte tensione emotiva tra i due percorsi esposti. Da una parte una serie di lavori dove prevale il colore rosa che si sviluppa, penetra e cola su base bianca. Il delicato dialogo viene però interrotto da presenze di nero, quasi a voler indicare che il periodo di introspezione che l’artista ha vissuto durante la creazione dei lavori ha subito delle forme di declino con stati d’animo contrastanti. 

 

E forse, dopo una lunga chiacchierata con l’autore, è proprio così che viene interpretata questa fase della vita. La speranza di un’esistenza serena e pacifica, caratterizzata da imprevisti, forme di dolore, dal male che si nutre e avanza nella distesa di un territorio idilliaco. In questo filone di opere, i lavori di dimensioni ridotte presentano un’ulteriore intervento grafico, una successione di segni che vertiginosamente indagano gli archetipi dell’essere umano. 

 

Con l’intento inconscio di accentuare queste forme di contrasto, il nero è alla base dell’altra serie di lavori esposti con precisione e rigore estetico. Frammenti di strade, cicatrici presenti sull’asfalto, parcelle di strisce pedonali che Malù ha fotografato in movimento nella sua memoria di artista- viaggiatore impegnato a raggiungere in bicicletta paesi distanti migliaia di chilometri: Santiago de Compostela, San Pietroburgo, Istanbul ecc. 

 

Una ricerca a tratti estrema di libertà, ancora una volta in contrasto con le esperienze professionali presso le carceri cantonali. Sono soprattutto le “cicatrici” realizzate su sfondo nero che risvegliano la sensibilità del visitatore. Solchi spontanei che rappresentano una sintesi della sofferenza e del tentativo di mantenere in vita le strade e le vie di comunicazione che uniscono le ex repubbliche jugoslave travolte dalla follia di una guerra fratricida e che non ha ancora rimarginato le sue ferite. 

 

Ed è lungo queste strade attraversate in bicicletta, dove è seccato il sangue causato dall’indomabile bestia nazionalista, che recentemente sono passati decine di migliaia di profughi in cerca di una vita migliore nell’Europa occidentale. 

 

Ed è sempre su queste strade che Malù ha macinato centinaia di chilometri con sguardo lucido e attento, dando dignità ai solchi spontanei e i segni presenti sull’asfalto. Solitarie e silenziose presenze depositarie di storie indicibili. Uno sforzo fisico e psichico da parte dell’artista locarnese che trova espressione in questa piccola e dignitosa galleria che da oltre trent’anni “dà voce” agli artisti. 

 

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