Giallo di Vergeletto, la vedova del pastore macedone scomparso nei boschi dell'Onsernone chiede di avere il certificato di morte. Ma quel femore e quella tibia non bastano per ufficializzare il decesso... La donna verrà in Ticino per visitare i luoghi dov
L’indagine ha preso in considerazione tutte le ipotesi, ma la più accreditata resta quella dell’incidente, che avrebbe provocato la morte del pastore, sul cui cadavere avrebbero poi infierito gli animali selvatici
Foto: TiPress/Francesca Agosta
LOCARNO - I famigliari di Nikola Hadziev, il pastore macedone di 57 anni scomparso sui monti di Vergeletto, in valle Onsernone, chiedono di avere il certificato di morte. Dell’uomo sono stati trovati per ora solo alcuni resti nei boschi, a inizio agosto: un pezzo di femore e la tibia. Ma non c’è ancora nessuna certezza ufficiale sulla morte di Nikola e sulle cause che l’hanno provocata.
Per questo, scrive oggi il Caffè, qualche settimana la moglie e la figlia del pastore si sono rivolte al pretore di Locarno Campagna chiedendogli un certificato di morte. Hanno bisogno di quel documento per poter riscuotere la pensione e per le pratiche di successione.
Ma per l’identificazione ufficiale dei resti, e dunque per ottenere il certificato di morte, bisogna attendere le conclusioni dell’inchiesta o il ritrovamento di altre parti del corpo, come la testa o il tronco.
La vedova di Nikola nelle prossime settimane verrà in Ticino per visitare gli ultimi luoghi frequentati dal marito, i boschi dell’Onsernone, che probabilmente ne nascondono ancora il corpo, l’osteria dove si fermava prima di risalire all’alpe... Vuole anche conoscere coloro che a Nikola hanno voluto bene e erano diventati suoi amici.
Il Gruppo integrazione Locarno, che qualche mese fa aveva organizzato un rito funebre per ricordare Nikola, le consegnerà il ricavato di una colletta.
Intanto dalle indagini non sono emersi nuovi elementi, ha detto al Caffè il procuratore pubblico Moreno Capella che coordina l’inchiesta. "A ottobre anche i cani molecolari hanno perlustrato l’intera zona, un’area vastissima, compreso il fiume, ma purtroppo non è stato trovato nulla", ha spiegato il magistrato.
Nikola era stato visto l’ultima volta una sera del 10 luglio scorso mentre usciva da un’osteria a Vergeletto per risalire all’alpe dove lavorava in nero come bracciante. Per questo nessuno ha denunciato la sua scomparsa, per evitare guai. Ora nei confronti dei gestori dell’alpeggio si ipotizza il reato di violazione della legge sugli stranieri.
L’indagine ha preso in considerazione tutte le ipotesi, ma la più accreditata resta quella dell’incidente, che avrebbe provocato la morte del pastore, sul cui cadavere avrebbero poi infierito gli animali selvatici.