Clamorosa decisione del magistrato che in una lettera all'Ufficio Presidenziale scrive: "Quale magistrato non partecipo a giochi di potere, non proteggo niente e nessuno se non il buon funzionamento della giustizia, non mercanteggio e non assecondo"
"Quale magistrato – si legge - non partecipo a giochi di potere, non proteggo niente e nessuno se non il buon funzionamento della giustizia, non mercanteggio e non assecondo."
Stando a quanto riportato dalla RSI, secondo Corti non ci sarebbero le condizioni per poter lavorare a pieno titolo, con l’autonomia necessaria a un procuratore. “Preferisco quindi offrire ad altri – scrive il magistrato – la possibilità di rivelarsi pienamente operativi, autonomi quanto occorre per mantenersi indipendenti e imparziali, celeri ed efficaci, al servizio e non asserviti, autorevoli e non autoritari”.
Corti, puntualizza sempre la RSI, ha informato della sua decisione di andarsene solo il Gran Consiglio, che è l'autorità di nomina dei procuratori. Il Ministero Pubblico non ne sapeva nulla, tanto che il procuratore generale John Noseda, dicendosi sorpreso, ha preferito non commentare.