Dopo la morte di Dj Fabo a Zurigo l'ultracattolico Mario Adinolfi paragona l'eutanasia al massacro di malati e disabili compiuto dal regime di Hitler. E spara sulla Svizzera e su Exit e Dignitas: "Si fanno pure pagare. Non vi fanno schifo?"
Intanto escono alcuni brani del testamento di Dj Fabo: "Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia”
MILANO - L’ultracattolico Mario Adinolfi, direttore del giornale La Croce Quotidiano, ha paragonato (seppur indirettamente) il suicidio assistito allo sterminio di malati e disabili messo in atto sotto il regime di Hitler. E il suo post, scritto ieri su Facebook, poche ore dopo la morte di Dj Fabo, cieco e tetraplegico in seguito a un incidente, che ieri ha ottenuto l’eutanasia in una clinica nei pressi di Zurigo, ha scatenato feroci polemiche.
Ecco il post di Adinolfi: “Tra il 1939 e il 1941 l'Ente Pubblico per la Salute e l'Assistenza Sociale del Terzo Reich "disinfettò" (cioè uccise) 70.273 malati gravi (disabili fisici e psichici), ad un ritmo dunque di 23mila l'anno. La legge sull'eutanasia in Olanda e Belgio ha prodotto circa 15mila morti nel 2016, su una popolazione inferiore della metà rispetto a quella della Germania nazista.
Il fine era il risparmio: curare costava molto, 3.50 Reichsmark a disabile. Voi credete che i 23mila tedeschi uccisi nel 1941 non abbiano avuto scelta mentre i 15mila del Benelux nel 2016 sì. Ed è questo che non avete capito. Se passano leggi sull'eutanasia, puoi stare sotto Hitler o la finta democrazia, scelta non c'è: c'è chi fa di conto e chi non produce va eliminato. In Svizzera si fanno pure pagare, Exit e Dignitas incassano 18mila euro a cliente. Non vi fanno schifo?”.
Intanto oggi sono stati pubblicati alcuni brani del testamento di Dj Fabo, che prima di scegliere l’eutanasia ha scritto: “Vivo oggi a casa di mia madre a Milano con una persona che ci aiuta e la mia fidanzata che passa più tempo possibile con me. Mi portano fuori ma spesso non ne ho voglia. Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia”.