Londra, la drammatica telefonata di Gloria, intrappolata nell'inferno di cristallo delle Grenfell Tower: “Mamma, mi sono resa conto che sto morendo. Grazie per quello che hai fatto per me. Sto per andare in cielo, vi aiuterò da lì”. E le vittime potrebber
La 26enne di Padova Gloria Trevisan era emigrata a Londra per lavoro. È morta intrappolata nel suo appartamento al 24esimo piano insieme al fidanzato, Marco Gottardi, di 27. Suo padre accusa: “È colpa dello Stato che costringe i nostri figli a scappare all’estero per cercare un lavoro”
LONDRA – “Mamma, è successo qualcosa...”. Sono state le prime parole che Gloria Trevisan ha rivolto alla madre la notte del tragico incendio scoppiato alla Grenfell Tower di Londra. La ragazza padovana di 26 anni è una delle vittime del rogo: è morta in quella trappola di fuoco e di fumo insieme al fidanzato veneziano Marco Gottardi, di un anno più grande di lei. Nella telefonata alla madre, Gloria ha raccontato che stava succedendo “qualcosa di brutto”.
Da quel momento, Emanuela Disarò e suo marito Loris hanno parlato più volte con la figlia, registrando le chiamate successive. Hanno sperato: la figlia abitava al ventitreesimo piano e quindi i pompieri avrebbero quasi certamente domato le fiamme prima che raggiungessero la cima del grattacielo. Ma poco dopo le 2 di notte è arrivata un’altra chiamata. E stavolta la ventiseienne era agitata, al punto che la madre le ha chiesto di parlare con Marco, racconta il Corriere della Sera. “Ci sono i pompieri, va tutto bene”, ha detto il ragazzo.
Intorno alle 3, le televisioni hanno iniziato a trasmettere le immagini di quanto accadeva a Londra. Emanuela e Loris Trevisan parlavano con la figlia e intanto vedevano in diretta l’intervento dei soccorritori, la disperazione di chi riusciva a salvarsi. “Da qui non possiamo uscire, siamo bloccati”, diceva Gloria. Poi, verso le 4 c’è stata l’ultima telefonata, quando il fumo stava per invadere l’appartamento: “Mamma, mi sono resa conto che sto morendo. Grazie per quello che hai fatto per me. Sto per andare in cielo, vi aiuterò da lì”.
La mamma racconta che, a marzo, la figlia era emigrata per realizzare il sogno di fare l’architetto: “Dopo la laurea con 110, in Veneto le proponevano di lavorare per 300 euro al mese. Ma Gloria non voleva pesare su di noi e ha deciso di andare all’estero con Marco. In poche settimane ha avuto l’occasione di guadagnare 1.800 sterline al mese. Londra ha saputo offrirle ciò che meritava per le sue capacità”. E il padre Loris accusa: “È colpa dello Stato che costringe i nostri figli a scappare all’estero per cercare un lavoro”.
Intanto, a tre giorni dalla tragedia si cerca di stabilire il numero delle vittime: ieri il bilancio ufficiale dei morti era fermo a 17, ma i pompieri non riescono ancora a raggiungere tutti i piani della torre carbonizzata e ci sono intere famiglie che mancano all'appello. Si teme che il numero finale delle vittime possa raggiungere il centinaio.
Tra le ipotesi del rogo si è fatta larga quella di un frigorifero esploso in un appartamento del quarto piano, ma in passato gli inquilini si erano lamentati per le pile di immondizia abbandonata negli spazi comuni, che avrebbero potuto facilmente prendere fuoco. Il grattacielo era stato recentemente ristrutturato e rivestito esternamente di alluminio e polistirolo, quel rivestimento che, dicono i testimoni oculari, “è bruciato come un cerino”.
L'inchiesta dovrà tenere conto anche dei tubi del gas collocati nella tromba delle scale in seguito alla ristrutturazione. La proprietà aveva garantito che sarebbero stati incapsulati in materiale ignifugo, ma i pompieri hanno detto che non sono riusciti a domare le fiamme fino a quando non hanno isolato una conduttura del gas scoppiata.
La Grenfell Tower mancava inoltre di scale esterne per l'evacuazione e di un sistema di estintori automatici.