OVS, "penso che chiuderemo, ci hanno detto di venire al lavoro finché c'è...". Una commessa difende l'azienda e afferma "non piaceva perché italiana"
Una dipendente della catena di negozi che è in crisi dopo la moratoria concordataria chiesta da Sempione Fashion spiega di non aver visto comportamenti poco corretti come denunciato da Unia. "Ci hanno sempre trattato bene, hanno sudato con noi, non ho niente da rimproverare a nessuno"
BELLINZONA – Anche chi lavora per OVS ha poche speranze che i negozi ticinesi si salvino, dopo che la Sempione Fashion ha chiesto la moratoria concordataria. Lo confida una commessa intervistata da ticinolibero, “ci hanno detto che non si sa se si chiude e quando, non ci hanno detto assolutamente niente, solo di andare a lavorare finchè c’è. Sono stati onesti, lo sono sempre stati con noi, anche quando eravamo Vögele di era stato detto che non funzionava più”.
Unia nei giorni scorsi aveva accusato l’azienda di tener nascosta ai collaboratori la vera situazione della società e di averli trattati male, costringendoli alle dimissioni o facendoli ammalare. Lei non è dello stesso avviso, anzi dei datori di lavoro parla solo bene. Ci siamo impegnati tutti, l’ho visto sempre. Gli architetti hanno svolto lavori non da architetti, hanno fatto le pulizie, i capi lo stesso. Abbiamo sudato tutti”. E chiudere così fa(rebbe) male, anche se spiega che riteneva OVS l’ultima spiaggia per salvare i negozi precedentemente di Vögele.
Cosa è andato storto? “Gente all’inizio ce n’era, forse per curiosità. Ma sapendo che la ditta era italiana storcevano il naso, questa cosa non piaceva. Non possono dire che è mancato il servizio al cliente, noi lo fornivamo come con Vögele”.