Tratta di migranti, due residenti a Maroggia coinvolti in una maxi-inchiesta italiana. Spuntano possibili legami con la vicenda dei permessi falsi
Un kosovaro di 34 anni e una siciliana di 35 sono sospettati di aver partecipato all'associazione criminale "fornendo supporto logistico ai trasferimenti dei migranti e occupandosi di fare transitare i cittadini extracomunitari dall'Italia alla Svizzera, alloggiandoli per sottrarli ai controlli di polizia"
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi
MAROGGIA – Figurano anche due abitanti di Maroggia – un 34enne di origine kosovara e una 35enne siciliana – tra le 17 persone fermate su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo in quanto indiziate e sospettate di aver fatto parte di un gruppo criminale che spostava migranti, attraverso i Balcani, in direzione della Svizzera e dell'Italia.
Come riferisce il Corriere del Ticino, i due sono sospettati di aver partecipato all'associazione criminale "fornendo supporto logistico ai trasferimenti dei migranti e occupandosi di fare transitare i cittadini extracomunitari dall'Italia alla Svizzera, alloggiandoli per sottrarli ai controlli di polizia".
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due residenti a Maroggia sono entrati a far parte della banda in modo casuale. O meglio, a seguito di un intervento delle forze dell'ordine ticinesi, che il 13 marzo 2017 hanno intercettato al valico di Ponte Cremenaga un furgone che trasportava undici cittadini dell'area balcanica intenzionati ad entrare in Svizzera illegalmente.Tutti i passeggeri, quindi, sono stati espulsi e l'autista del pulmino arrestato.
Tra gli espulsi – spiega il quotidiano – vi erano due cugini del presunto capo di una delle bande attualmente sotto indagine a Palermo. Non essendo riusciti ad entrare in Svizzera, i due hanno chiamato il parente siciliano che a sua volta ha allarmato il kosovaro di Maroggia (con cui aveva un rapporto d'amicizia), il quale ha accettato di buon grado il compenso di 1400 euro per aiutare i due migranti a entrare in Svizzera.
La 35enne siciliana, legata sentimentalmente al kosovaro residente nel Basso Ceresio, invece, si è occupata personalmente del trasferimento dei migranti in Ticino. Considerato il buon esito del viaggio, il kosovaro e la compagna italiana sono entrati a tutti gli effetti a far parte della banda. Un secondo viaggio, questa volta con un solo passeggero, è stato fatto a metà maggio 2017 con le stesse modalità.
Il Cdt fa notare che il furgone fermato a Ponte Cremenaga era preceduto da due autostaffette, guidate da due kosovari residenti in Ticino, in seguito denunciati. Inoltre, al domicilio di uno di loro sono stati trovati tre permessi di soggiorno contraffatti. Un eventuale legame con la nota vicenda dei permessi falsi è però ancora da accertare.