Il progetto prevede la realizzazione di una clinica di alta specializzazione, appartamenti medicalizzati per la terza e quarta età, appartamenti residenziali e un museo d'arte di livello internazionale
LUGANO – La notizia è clamorosa. Ma non è una ‘boutade’. Un gruppo di imprenditori svizzeri capitanato da Artisa Group è pronto a traghettare il casinò di Campione in una nuova realtà ed a rilanciare la struttura. L’idea è quella di rilevare lo stabile della casa gioco, di proprietà del Comune, e di investire nella sua trasformazione e completare l’opera.
Stefano Artioli, presidente del consiglio d’amministrazione di Artisa Group, ci crede: “Campione può tornare a una vita – dice – e noi vorremmo contribuire a ridare a questo Comune una nuova progettualità di successo!”.
Il numero uno di Artisa assicura: “Questa è un’idea e non un’operazione speculativa. Spero che questo concetto venga recepito dalle autorità politiche, ma anche dai dipendenti del Casinò che hanno perso il lavoro a causa del fallimento”.
Artioli ribadisce che per la comunità di Campione e per i lavoratori del Casinò questo progetto, se andrà in porto, va visto in ottica positiva e in chiave di opportunità.
Secondo i promotori, grazie a una serie di interventi mirati si potrebbe trasformare Campione da una enclave italiana in Ticino fortemente dipendente dal Casinò - che in questi anni ha vissuto turbolenze sfociate nel recente fallimento - in una realtà internazionale.
In particolare il progetto prevede la realizzazione di una clinica di alta specializzazione, appartamenti medicalizzati per la terza e quarta età, appartamenti residenziali e un museo d’arte di livello internazionale.
Il casinò, ammesso che riottenga la licenza, verrebbe per contro ridimensionato. Il personale oggi senza lavoro – che in parte è a carico della cassa disoccupazione svizzera, con costi valutati in circa 20 milioni all’anno - verrebbe riqualificato nel settore socio/sanitario e nei servizi per poi essere ricollocato nelle nuove attività.
I costi di investimento stimati per questo progetto superano i 100 milioni di franchi, per cui, fanno sapere i vertici di Artisa, una condizione fondamentale per realizzarlo sarebbe l’ottenimento da parte del Governo italiano di uno statuto speciale per il Comune. Un tema non nuovo, che a Roma fu discusso già una decina di anni fa.
Solo questa formula permetterebbe, sempre secondo i promotori, di costruire un nuovo progetto in collaborazione tra pubblico e privato con decisioni celeri e investimenti garantiti a lungo termine.
Il gruppo Artisa ritiene che sia possibile trasformare l’enclave di Campione in una perla del Ceresio perché le nuove condizioni richiamerebbero molti altri investitori e rilancerebbero l’edilizia con tutte le immaginabili ricadute sull’economia del Comune, ma non solo.