CRONACA
Sicurezza, il Ticino detta la linea. Matteo Cocchi: "Così siamo riusciti a unire 18 polizie svizzere"
"Il concetto di creare una rete comune di controlli tra diverse forze di polizia svizzere è un’idea sicuramente vincente e che potrà essere ulteriormente sviluppata"
TiPress/Gabriele Putzu
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BELLINZONA - Nelle scorse ore, in un comunicato congiunto, la Polizia ha reso note le cifre relative ad una vasta operazione, con controlli in tutta la Svizzera: oltre 4'000 persone controllate, 3 arresti, 43 conducenti fermati per inabilità alla guida e diverse altri infrazioni constatate…

Ma da dove nasce l’idea di un’operazione di tale portata e quali sono i suoi obiettivi? Lo abbiamo chiesto al comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi che, nel 2012, ha dato il via a questo importante progetto partendo proprio dal Ticino.

“Effettivamente, sei anni fa siamo partiti con l’intenzione di effettuare dei controlli congiunti con le Polizie cantonali di Uri, Svitto, Grigioni e le Guardie di confine, presidiando in particolare l’asse Nord-Sud, tanto sulla A2 compreso il passo del San Gottardo, che sulla A13. Lo scopo era quello di aumentare la presenza sul territorio anche in zone periferiche, attraverso controlli sia preventivi che repressivi. Era il periodo dei furti con scasso che preoccupavano cittadini e forze dell’ordine”.

Infatti il nome dell’operazione, CONTRALPI, non è causale…

“Il nome significa ‘controlli alpini’, ed è da contestualizzare in un momento in cui i furti erano in aumento e molti degli autori utilizzavano la “Porta Sud” della Svizzera quale via d’accesso per poi compiere vere e proprie razzie su tutto il territorio nazionale e soprattutto lungo gli assi autostradali a poca distanza dagli svincoli. Da qui la doppia valenza dei controlli, quella prettamente legata all’operatività e agli aspetti di polizia giudiziaria, e quella rivolta a mandare un messaggio di presenza e di sicurezza alla popolazione attraverso la prevenzione. Prevenzione che è uno dei compiti fondamentali delle forze di polizia e che passa anche per la presenza visiva e a volte persistente”.

Il progetto si può dire che abbia colpito nel segno…

“L’operazione ha conosciuto una costante evoluzione, dapprima con l’adesione di altri corpi di Polizia della Svizzera centrale fino a quella zurighese, così come della Polizia dei Trasporti, per poi espandersi sino ad arrivare ai 18 corpi di Polizia che hanno partecipato all’operazione dello scorso fine settimana, denominata, per questa occasione, ‘contralpi plus’. Su preciso spunto voluto dal Ticino, l’operazione si è trasformata in un’attività congiunta e coordinata a livello nazionale”.

Insomma, un’idea vincente…

“Direi di sì. Sebbene lo scenario legato alle criminalità in questi ultimi anni sia cambiato e la pressione in fatto di furti si sia notevolmente allentata, il concetto di creare una rete comune di controlli tra diverse forze di polizia svizzere è un’idea sicuramente vincente e che potrà essere ulteriormente sviluppata. Operazioni di questo tipo non possono essere organizzate all’ordine del giorno, ma con una pianificazione coordinata che segue un’analisi approfondita della situazione a livello svizzero, possono essere vincenti e dare un chiaro segnale di sicurezza. Tutti i partner contribuiscono a dare il loro apporto in un progetto che, di fatto, abbatte le barriere cantonali e garantisce un accresciuto controllo del territorio. Questo anche nell’ottica della sempre maggiore cooperazione intercantonale necessaria per affrontare i problemi del nostro tempo. Il progetto nato in Ticino e sviluppato a cavallo del San Gottardo è dunque divenuto una realtà consolidata a livello nazionale, garantendo quella capillarità di controlli che il cittadino si attende per poter vivere in un Ticino e in una Svizzera più sicura e accogliente”.

 

 

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