CRONACA
Ma quanto leggono i ticinesi? L'analisi di Armando Dadò: "Più le donne degli uomini. Ma sono passati i tempi d'oro di Michele Fazioli"
“La mia impressione è che molti si limitino a leggere pagine di sport o qualche cronaca piccante. Altri si rivolgono a qualche romanzo leggero e solo...”
TiPress/Benedetto Galli

Di Armando Dadò (editoriale della rivista “Il Ceresio”) *

 

La domanda su quanto leggono i Ticinesi ci viene posta sovente. Riferendoci alla nostra esperienza, possiamo affermare che le vendite stanno diminuendo. Le ragioni possono essere diverse. Innanzitutto, l’avvento dell’elettronica, che ha coinvolto molti lettori, in particolare le generazioni più giovani.

 

In secondo luogo, l’aumento della produzione: oggi in Ticino si pubblicano più libri rispetto al passato e ogni libro è maggiormente pubblicizzato. In terzo luogo, la concorrenza italiana: dall’Italia arrivano moltissime proposte librarie sostenute da campagne pubblicitarie su quotidiani importanti e da una promozione televisiva efficace. Tanto per citare un esempio, non c’è trasmissione della Gruber che non abbia fra gli invitati un autore col suo nuovo libro.

 

Da noi le cose stanno diversamente. Sono passati i tempi d’oro di Michele Fazioli, un innamorato dei libri che li proponeva con tutte le premure. Oggi i libri sono presentati in TV in programmi infarciti di altre cose, solitamente con scarsa efficacia. Un discorso analogo può essere fatto per i giornali. Alcuni libri sono recensiti sul Corriere del Ticino in modo professionale, di altri si parla poco. Tra i settimanali, l’Azione si distingue per l’interesse che riserva alle novità.

La nostra esperienza

 

Nel 2018 abbiamo dato alle stampe ventisei nuovi titoli. Fra i più importanti, Il Ticino dei colletti sporchi di Francesco Lepori, presto esauritosi e pubblicato in seconda edizione. Descrive una pagina nera del nostro Cantone con migliaia di risparmiatori saccheggiati da faccendieri disonesti. Nel leggerlo capiterà che il lettore si domandi: «È mai possibile che qui da noi siano successi così tanti misfatti?».

 

Un’altra pubblicazione di gran rilievo riguarda il Collegio Papio di Ascona. È la storia di cinquecento anni durante i quali sono accadute le cose più incredibili, col collegio ridotto in uno stato di totale abbandono, incendiato da due allievi, ma poi sempre in grado di riprendersi tanto da diventare un faro di cultura nel Ticino moderno. Dal Papio sono usciti due consiglieri federali, uomini di governo, professionisti di grido e molti allievi che si sono fatti onore, secondo il detto biblico che «Il buon seme dà frutti copiosi». Narrando questi fatti, il giovane storico Lorenzo Planzi si è meritato un vivo plauso.

 

Un bel libro apparso alla vigilia di Natale è I nostri rustici. Contiene molti disegni curati dall’abile penna di Dario Müller, il quale ha percorso il Cantone per oltre quarant’anni riprendendo sasso per sasso costruzioni che testimoniano la vitalità secolare delle nostre comunità. Accanto ai disegni vi sono i preziosi testi di Benedetto Antonini e di Mario Donati, due voci molto autorevoli.

 

Infine fra «I Cristalli» non possiamo dimenticare I miti svizzeri di Thomas Maissen, storico di fama internazionale, e Sul ciglio del fossato di Orazio Martinetti, uscito nella collana «Il Laboratorio», pagine poco note della nostra storia, presentate in modo esemplare.

Chi ha venduto di più

 

Ci sarebbe molto da dire su parecchi altri libri editi lo scorso anno, testi di saggistica, narrativa, poesia e giallistica, di autori giovani o collaudati, di ieri e di oggi. Nella collana «Le sfide della Svizzera» merita di essere citato Oscar Mazzoleni. Fra le particolarità, il Flash di Tito Tettamanti, una brillante serie di curiosità e aneddoti narrati da una persona che ha girato mezzo mondo.

 

Detto dei libri pubblicati nel 2018, torniamo alla domanda iniziale: quanto leggono i Ticinesi? Nel passato si vendevano più copie, ma diversi volumi erano strenne per regali natalizi. Dei libri di Piero Bianconi con foto di Alberto Flammer o con vecchie illustrazioni del Ticino di ieri sono state vendute oltre diecimila copie. La Storia del Cantone Ticino di Rossi e Pometta ha superato quota ventimila; ma anche L’alluvione, Miki, Il Meraviglioso, i libri di Angelo Valsecchi, di Raffaello Ceschi e il giallo di Andrea Fazioli hanno conosciuto numeri stellari. Altre pubblicazioni, pur non raggiungendo grandi risultati immediati, si sono inserite fra i longseller, libri sempre vivi che ogni anno trovano nuovi acquirenti. Fra questi, i libri di Martini, dei Bianconi, di Fazioli, di Denis de Rougement o di Loetscher. Quasi incredibile il caso di Amiel, che dopo diversi anni di stagnazione sta ora trovando nuovi acquirenti soprattutto in Italia.

Dati non esaltanti

 

Non esistono dati accertati su quanto leggono i Ticinesi. Tuttavia, la mia personale impressione è che molti si limitino a leggere pagine di sport o qualche cronaca piccante. Altri si rivolgono a qualche romanzo leggero. Solo un numero ristretto di persone legge libri su temi che nutrono e allietano lo spirito. Ho l’impressione che le donne leggano più degli uomini. Aggiungerei che, conversando con la gente, si distingue facilmente chi ama la lettura. Tuttavia non farei l’editore se non fossi convinto che in futuro le lettrici saranno sempre più numerose e se non sperassi che un numero maggiore di uomini si accosterà alla lettura. Noi continueremo a impegnarci nell’offrire libri di buona qualità che meritano di essere letti.

 

* editore

 

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