Il padre della recluta ticinese: "Soddisfatto, l'Esercito ha dovuto applicare l'esercizio della trasparenza"
EMMEN – Non luogo a procedere. È questa la decisione del giudice istruttore militare sulla procedura d’inchiesta che coinvolgeva due sottoufficiali dell’Esercito, accusati di aver lanciato lo scorso settembre degli oggetti rotondi (poi rivelatosi essere noci) ai danni di una recluta ticinese.
Il portavoce dell’Esercito ha spiegato a Ticinonews che, dopo aver appurato che tutte le parti in causa erano d’accordo sul “gioco” e dopo l’analisi delle prove, non ci sono gli estremi per dare seguito alla procedura.
Contattato dalla RSI, il padre delle recluta ticinese si è detto “soddisfatto perché l’Esercito ha dovuto applicare l’esercizio della trasparenza”.