Incredulo il marito della donna, che non sa più a quali certezze aggrapparsi. Domani l'esito del test del DNA
PRATO – In Italia non smette di crescere il numero di le relazioni tra professoresse e/o professore con alunni/e. Il fenomeno è in preoccupante aumento negli ultimi anni e l’ultimo caso riportato dalla stampa italiana si concentra a Prato, in Toscana, dove un’infermiera 35enne che teneva ripetizioni di inglese a un 13enne è indagata dalla Procura di Prato per violenza sessuale su minore.
Il caso è ben più complesso di qualche messaggio erotico o appuntamenti segreti. Già, perché la donna cinque mesi fa ha partorito un bimbo, la cui paternità, per il momento, è ancora un grande punto interrogativo. Il marito della donna è incredulo e non sa a quali certezze aggrapparsi, se esistono ancora certezze. La protagonista spiega di “non avere nulla da nascondere” e di “voler essere ascoltata dagli inquirenti”.
Di chi è la paternità lo si scoprirà verosimilmente domani in giornata, quando i risultati del dna del piccolo chiariranno il mistero. Un mistero che si infoltisce maggiormente alla lettura degli sms dell’infermiera-professoressa inviati all’adolescente. “Dove sei?, perché non mi rispondi?, se mi lasci racconto a tutti che il bambino è figlio tuo”. Messaggi di questo tenore che lasciano trasparire un’ossessione amorosa della donna verso il giovane studente. Di questo avviso sono i genitori del 13enne, i quali affermano che “quella donna l'ha circuito, lo voleva per sé".
Secondo le accuse gli abusi sono iniziati un anno e mezzo fa, quando la donna si è offerta di dare ripetizioni di inglese al ragazzino. Le lezioni sarebbero diventate da lì a breve solo un pretesto per approcci sempre più insistenti e intimi, poi tra i due sarebbe nata una relazione segreta.
Segreti custoditi a lungo, fino a quando il ragazzino ha ceduto al disagio e alla pressione psicologica esercitata dalla professoressa e ha raccontato tutto ai genitori che hanno deciso di raccontare tutta la storia in Procura.