Colpo di scena nell'intrecciata vicenda di Prato: la paternità del bebè di cinque mesi è dell'adolescente. La donna ascoltata dagli inquirenti nella serata di ieri
PRATO – Adesso sembrano non esserci proprio più dubbi. Secondo quanto riportato dai principali media italiani, il caso di Prato sembra avviarsi verso la risoluzione. Stando ai risultati del dna, il padre del bimbo avuto dall'infermiera-professoressa accusata di violenza sessuale su minore (leggi qui) sarebbe proprio l'adolescente e non il marito della donna.
I risultati del test sono arrivati ieri sera, quando gli inquirenti hanno avuto modo di confrontare i dna del figlioletto di cinque mesi e del ragazzino. Nelle indagini coordinate dai pm l'attribuire la paternità del bimbo è uno degli elementi necessari per definire i rapporti tra la donna e il minore che dalla primavera 2017 la frequentava per prendere ripetizioni di inglese.
La donna è stata ascoltata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli alla presenza della procuratore Giuseppe Nicolosi e di Gianluca Aurilia, dirigente della squadra mobile. Il marito della donna, che l' ha accompagnata, è stato portato in un' altra stanza. Indiscrezioni parlano di un atto liberatorio, durato quasi tre ore, nel quale l' operatrice sanitaria dopo aver appreso delle analisi del dna non ha avuto alcun momento di sconforto.