In Cantonale si lavora di più e si guadagna di meno. Ma il divario appare ancora più evidente alla luce dei compiti e delle responsabilità
Sempre più spesso si ha notizia di agenti che lasciano la Polizia cantonale per un posto in una delle numerose comunali. Non è un problema di clima di lavoro ma di condizioni, non solo salariali.
Un confronto elaborato dai sindacati (allestito in particolare da un poliziotto iscritto all’Organizzazione cristiano sociale) in base a dati reali mette in luce una chiara e clamorosa disparità di trattamento su più livelli.
Sappiamo che tutti gli agenti, indistintamente, devono seguire una formazione identica. Ma che cosa succede al termine della Scuola di polizia?
Una prima tabella mette a confronto le condizioni di un agente della Cantonale e della Comunale di Chiasso di pari età e pari grado a due anni dalla fine del corso.
Il primo lavora 42 ore alla settimana e guadagna 65'738 franchi all’anno, il secondo lavora 40 ore alla settimana e guadagna 71'984 franchi. Il primo beneficia di 103 congedi, il secondo di 118!
La forbice si allarga ulteriormente l’anno successivo: le ore di lavoro rimangono invariate, ma i congedi dell’agente della Polizia di Chiasso salgono a 119, mentre il suo salario cresce a 73'285 franchi. Aumenta anche lo stipendio dell’agente della Cantonale, che si ferma però a 67'299 franchi. Seimila franchi in meno, insomma, che non sono noccioline.
Un’altra tabella mette a confronto le condizioni di un agente della Cantonale e degli agenti delle polizie di Lugano e Bellinzona a sei anni dal termine della formazione, sempre a parità di età e di grado.
Il primo guadagna 73'637 franchi (più o meno il salario che il collega di Chiasso prendeva già tre anni prima), mentre i secondi hanno un livello nettamente superiore: 78'882 franchi. Parliamo di oltre 5'000 franchi all’anno in più.
A 8 anni dal termine della scuola, infine, l’agente della Cantonale raggiunge un salario di 80'637 franchi, mentre un agente di una piccola polizia comunale come la Ceresio Sud, che fa capo a Paradiso, guadagna 4'000 franchi all’anno in più.
Insomma, in Cantonale si lavora di più e si guadagna di meno.
Ma il divario appare ancora più clamoroso alla luce dei compiti e delle responsabilità (e quindi anche dello stress e dei rischi) degli agenti della Cantonale rispetto ai colleghi delle comunali.
I primi garantiscono l’intervento in tutti i reati di competenza della Gendarmeria (non parliamo qui, infatti, di polizia giudiziaria, che è ancora un mondo a sé): furti, rapine, minacce, omicidi, lesioni, ingiurie, aggressioni, incidenti, incendi, eccetera, con tanto di verbalizzazione di autori e vittime e di rapporti al Ministero pubblico.
Mentre gli agenti delle comunali garantiscono soltanto un primo intervento di supporto su richiesta del comando della Cantonale. Non possono effettuare arresti e hanno una certa autonomia solo in caso di incidenti con soli danni, alcolemia lieve e contravvenzione (ma non infrazione) alla legge sugli stupefacenti.
È evidente che questa situazione fotografata dai sindacati è intollerabile e va assolutamente corretta.
Fatta salva l’autonomia comunale nelle assunzioni dei propri agenti di polizia, le condizioni vanno parificate e armonizzate. A rigor di logica, alla luce dei livelli di responsabilità, gli agenti delle comunali dovrebbero guadagnare meno dei colleghi della Cantonale. O quantomeno non di più.
Se esiste da anni una scuola di polizia unificata, non si capisce per quale motivo non esista anche una scala salariale identica. E per quale recondito motivo gli agenti della Cantonale debbano lavorare 2 ore in più alla settimana rispetto ai loro colleghi, che a conti fatti fanno almeno 70 ore all’anno. Un tema, questo, sollevato recentemente dal deputato Raoul Ghisletta, segretario del sindaco VPOD.
Certo, il problema non è di facile soluzione e la soluzione rischia di essere onerosa per il Cantone. Ma va trovata, perché tra gli agenti della Cantonale il malcontento è palpabile. Ci vorrebbe in sostanza una sorta di contratto collettivo di settore che garantisca un’armonizzazione delle scale salariali e delle condizioni di lavoro.