Presentata la 13esima edizione della rassegna gastronomica, che quest’anno, anche grazie alla collaborazione con Gault&Millau, abbraccerà la grande cucina a tinte rossocrociate
di Pierfi
“Se penso a tredici anni fa, quando tutto è partito da cinque amici al bar…”. È sempre proiettato al futuro Dany Stauffacher, che ha pure annunciato la presenza di una Maison Ticino alla Fête de Vignerons 2019, ma con un pizzico di emozione ricorda spesso con piacere dove e come tutto è nato. “Dobbiamo ringraziare gli sponsor che ci hanno permesso di diventare ciò che siamo, senza però la passione e la disponibilità degli chef di casa nostra, non saremmo arrivati fin qui”.
Il Ticino al centro del mondo – ça va sans dire – ma la Svizzera nel piatto. E così l’edizione 2019 di San Pellegrino Sapori Ticino, presentata al Moncucchetto di Lugano, apparecchia Les Grandes Tables de Suisse e con la nuova collaborazione con Gault&Millau tiene accese le stelle (Michelin), ma soprattutto indossa i cappelli dell’altra celebre guida gastronomica.
“Un po’ più democratica – ha spiegato l’ideatore di Sapori Ticino – perché in un ristorante con 14-15 cappelli già si mangia bene”. Ma non ci si accontenta, quindi spazio al gotha della cucina svizzera.
Ma esiste la cucina svizzera? “Siamo incastonati fra Paesi di grande tradizione gastronomica e ne siamo influenzati, tuttavia abbiamo una nostra identità, unica nel suo genere”, ha sottolineato Stauffacher.
E allora al bando il “röstigraben” e spazio a una scorribanda golosa. Sarà prima il Ticino e suoi chef, come di consueto, a prendere per la gola la Svizzera con le serate di Ginevra e Zurigo (7-8 aprile). Poi, da fine mese a metà giugno, saranno i grandi hotel e i ristoranti ticinesi ad accogliere e aprire le proprie cucine ai cuochi d’oltralpe. Le cene d’autore saranno 14, alle quali si aggiungono i 3 appuntamenti “lounge” (Zurigo, Lugano e Locarno) e la serata speciale in collaborazione con l’Ente ospedaliero cantonale denominata “Salute con sapore”, ovvero piatti salutari in chiave gourmet, primo assaggio di un nuovo progetto (che strizza peraltro l’occhio all’idea di portare un simposio sulla medicina a Lugano).
Grandi i nomi della cucina in Svizzera presenti – dai tristellati Franck Giovannini e Peter Knogl, passando per Heiko Nieder, Didier de Courten, Martin Dalsass e André Jäger, solo per citarne alcuni – e due le “deviazioni” oltre confine, con i menu firmati da Marco Sacco ed Enrico Bartolini.
Non c’è che dire, sarà un’altra edizione di altissimo livello, anche se per “pochi”. Sì, perché di anno in anno le richieste di prenotazione sono sempre maggiori e le serate vanno in “sold out” in un batter d’occhio. “Possiamo già annunciare che la cena a base di pesce di André Jäger verrà replicata”, ha precisato Dany Stauffacher. Un primo piccolo passo verso una sorta di democratizzazione dell’evento, che potrebbe essere una delle nuove sfide di Sapori Ticino: la grande cucina alla portata di (quasi) tutti?