Dopo la sconfitta col Vaduz una ventina di esagitati ha sfondato la porta d'entrata per cercare un deciso confronto coi giocatori, facendo volare pugni e insulti. Il presidente: "Non bisogna aver paura che 'ci aspettano fiuori', non va bene"
CHIASSO – Un finale che decisamente non fa onore al calcio. Tifosi che sfondano la porta per cercare di entrare in contatto con calciatori e dirigenti, sicurezza che cerca di contenere i danni, urla, insulti. A Chiasso è decisamente un momento difficile: la squadra, dopo una sconfitta che pesa in termini di classifica, arrivata dopo una rimonta subita in casa, è stata presa a male parole (e non solo) da una ventina di esagitati.
Mentre Chiasso e Vaduz rientravano dopo il fischio finale (e Nicola Bignotti era furibondo con l’arbitro) un gruppetto di ultrà ha pensato di avere un confronto decisamente acceso e ravvicinato coi calciatori, entrando quasi in spogliatoio. Sono volati pugni e gli animi si sono agitati.
Le accuse alla squadra sono state di poco impegno, di non credere più alla salvezza, di voler retrocedere, di non correre per la squadra. “Certo che io ci metto cuore”, ha urlato in risposta per esempio Elia Alessandrini, mentre anche l’allenatore Manzo, il presidente Cattaneo e Bignotti si sono sentiti appellare in modo poco simpatico. “Per voi è un lavoro, per me una passione” ha gridato uno dei più arrabbiati.
Tornata la calma, Maurizio Cattaneo ha stigmatizzato l’episodio, prima cercando di minimizzarlo, poi mostrando la sua amarezza. “Se bisogna aver paura a uscire dallo stadio perché ‘ci aspettano fuori’, a mio avviso non è calcio, smettiamo”, si è sfogato, facendo notare come il tifoso la viva diversamente rispetto agli addetti ai lavori ma che sicuramente non è questo il modo di confrontarsi con la squadra. “Sono momenti brutti che non sono certo d’aiuto ai giocatori, non fanno altro che metterli ancor di più sotto pressione. Non credo proprio si possa rimproverare loro di non averci messo cuore”, ha sottolineato, senza negare le colpe di atleti e tecnici per la posizione difficile di classifica.
“Questa era l’ultima possibilità”, hanno ancora inveito i fans, mentre nell’entourage si cerca di riportare un po’ di serenità affermando che comunque mancano quattro partite al termine, di cui una importantissima in casa col Rapperswil tra una settimana, che potrebbe rimettere in carreggiata i rossoblu. Ma gli animi durante questi giorni andranno stemperati.